ROMA «L’autonomia differenziata darà il colpo di grazia alla sanità del Mezzogiorno e a quella calabrese». È una proposta «che non tiene conto di cosa sia successo in questi due anni di pandemia». Così Cosmo De Matteis, presidente emerito del Sindacato dei medici italiani (Smi), in merito al disegno di legge recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario approvato dal Consiglio dei Ministri. «La pandemia – precisa – avrebbe dovuto generare un grande ripensamento di un modello di sistema sanitario e una sua maggiore statalizzazione, superando le inefficienze delle regioni a partite da quelle meridionali». Il Covid 19 «è stato arginato solo grazie all’azione di coordinamento dello Stato. Siamo contrari, per queste ragioni, a qualsiasi ipotesi che metta in pratica uno stravolgimento dell’azione redistributiva dello Stato legata alla fiscalità generale e alla gestione in toto, senza più una compartecipazione nazionale, alle regioni di servizi come quelli erogati dalla sanità. La sanità deve tornare ad essere un diritto per tutti i cittadini del Paese».
La mobilità sanitaria conferma la forte capacità attrattiva delle Regioni del Nord, cui corrisponde quella estremamente limitata delle Regioni del Centro-Sud. In particolare, in Calabria, aggiunge De Cosmo, «ci sono decine gli ospedali che sono stato chiusi negli ultimi dieci anni, con intere province, come quella di Cosenza con un solo nosocomio. E’ ormai difficile farsi soccorrere dal 118, così come incominciano ad essere sempre di più le zone senza medici di famiglia. Per queste ragioni – conclude – occorre fermare l’autonomia differenziata, perché ne va di mezzo la salute dei cittadini calabresi e il carattere universale del nostro Servizio Sanitario Nazionale». (Ansa).
x
x