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La vicenda

Condizioni di Cospito precipitano, trasferito in ospedale. Le proteste in piazza

L’anarchico da quasi 4 mesi in sciopero della fame. Prosegue la sua lotta contro il 41 bis. Corteo a Milano di solidarietà

Pubblicato il: 12/02/2023 – 6:55
Condizioni di Cospito precipitano, trasferito in ospedale. Le proteste in piazza

MILANO Senza cibo da 114 giorni – e con il recente rifiuto anche degli integratori, soprattutto il potassio – Alfredo Cospito rischia un «edema cerebrale e aritmie cardiache potenzialmente fatali». Per questo l’anarchico, 55 anni, è stato trasferito nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano, in una delle due camere riservate ai detenuti al 41-bis.
Mentre ieri sera una manifestazione di solidarietà degli anarchici a Milano è sfociata in scontri nei quali sono rimasti feriti sei agenti di polizia.
«La salute di ogni detenuto – spiega il ministero della Giustizia in una nota – costituisce priorità assoluta».

«Situazione complessivamente seria»

Che lo stato di salute di Cospito si fosse ulteriormente aggravato era stato confermato già in mattinata dallo stesso medico dell’uomo che gli aveva fatto visita nel carcere milanese di Opera. “Pesa 71 chili – le parole di Andrea Crosignani – ma è determinato ad andare avanti con la protesta. Ho preso visione della cartella clinica, la situazione da un punto di vista fisico è di importante debilitazione ma è presente a se stesso, lucido e determinato”. Secondo il medico la «situazione è complessivamente seria, anche se i parametri vitali tengono».
«Quando si arriva a questa situazione – ha puntualizzato – ci vuole veramente, veramente poco, perché la situazione precipiti. Perché in questi casi la situazione precipita senza che ci siano dei segni particolari di allarme».
La notizia del trasferimento in ospedale arriva a poca distanza dalle parole del suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, che venerdì in conferenza stampa alla Camera ha dato «per scontato» che il suo assistito non arrivi vivo al 24 febbraio, la data in cui anche la Cassazione si esprimerà sulla revoca del carcere duro per l’anarchico, cui è sottoposto dal 20 ottobre dello scorso anno.
Si tratta della seconda speranza per Cospito, dopo il “no” incassato tre giorni fa dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha confermato il 41-bis sostenendo – tra l’altro – che Cospito usa il suo corpo «come un’arma» per «orientare le iniziative di lotta della galassia anarco-insurrezionalista».
Lo sciopero della fame, secondo il Guardasigilli, sarebbe stato studiato «per finalità ideologiche». Stando al provvedimento firmato dal ministro, è ancora “immutata” in Cospito «la capacità di orientare le iniziative di lotta della galassia anarco-insurrezionalista verso strategie e obiettivi sempre più rilevanti». Proprio sul tema delle manifestazioni e del dissenso, è stato lo stesso ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a ribadire da Torino – città dove gravitava proprio l’azione di Cospito e del suo gruppo anarchico – che c’è “grande attenzione”. «Il fenomeno – ha detto – è oggetto delle nostre attenzioni qui come altrove. Torino non sta vivendo una situazione diversa rispetto ad altre parti del Paese”.

Il corteo di solidarietà a Milano


Ad un centinaio di chilometri di distanza, a Milano, nell’ennesimo corteo a sostegno dell’anarchico, sono volate ancora petardi, bottiglie, pietre e fumogeni contro il cordone di polizia. Gli agenti hanno risposto con cariche di alleggerimento nei confronti delle centinaia di manifestanti che, durante il tragitto, avevano anche danneggiato la vetrina di una banca. Sei agenti del reparto mobile sono stati medicati in ospedale.
È stato un pomeriggio di tensione quello registrato nel corso del corteo, con insulti anche nei confronti di giornalisti e fotografi al grido di “Fuori Alfredo dal 41-bis, fuori tutti dal 41-bis”.
Si moltiplicano, poi, i comunicati di solidarietà all’anarchico da parte di gruppi di tutto il mondo. L’ultimo arriva da Iran e Afghanistan. «La nostra lotta comune contro l’autoritarismo e tutte le forme di terrorismo di Stato – scrivono – ci porterà un passo più vicino al nostro mondo migliore».
Da Barcellona, invece, arriva la notizia dell’arresto di uno dei presunti responsabili dei danni al consolato. Si tratta di un italiano appartenente a un gruppetto di otto persone (sei italiani) già sospettato di aver dato fuoco ad un furgone dei vigili di Barcellona durante scontri di piazza nel 2021.

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