COSENZA «L’area urbana è molto di più della somma delle sue istituzioni, municipalità e quartieri. Il suo sviluppo futuro non passa attraverso l’assemblaggio di punti di vista, preferenze e progetti; la questione centrale è la capacità di riuscire a prefigurare e sviluppare un efficiente ed efficace sistema di governance che sia in grado di articolare, coordinare e gestire il tessuto istituzionale per conseguire traguardi superiori di benessere collettivo». È quanto dichiara il presidente di Confindustria Cosenza Fortunato Amarelli. A parere degli industriali, una visione di area urbana presuppone una condivisione minima di almeno quattro macro-filiere di intervento da assumere come strategiche: rigenerazione urbana; sostenibilità; conoscenza e risorse culturali; risorse relazionali e di governo.
«Allo stato attuale e dal punto di vista fisico e funzionale – aggiunge Fortunato Amarelli – l’area urbana risulta fittamente conurbata e costituita, oltre che da Cosenza, comune capoluogo di provincia, da Rende, Montalto Uffugo, Castrolibero, Zumpano e Castiglione Cosentino. Un’area che supera di poco i 135 mila residenti, non più attrattiva di abitanti e da qualche anno in preoccupante decrescita demografica. Come risulta evidente, la contrazione demografica trascina inesorabilmente verso il basso redditi, servizi pubblici, imprese, consumi individuali e collettivi, attrattività economiche, aspettative di futuro». Per affrontare con efficacia queste pesanti problematiche, a parere del presidente di Confindustria Cosenza, le amministrazioni comunali interessate, insieme all’Università della Calabria e alle altre Istituzioni, Organizzazioni e Associazioni del territorio, dovrebbero impegnarsi per fare diventare il sistema dell’area urbana un nodo di qualità della rete urbana meridionale e nazionale. «Un’area multicentrica connotata da elevata qualità della vita – precisa Amarelli – con maggiori opportunità di sviluppo economico e imprenditoriale, migliori servizi ed una densa dotazione di beni pubblici. Un’area pronta a sperimentare politiche urbane innovative e nuovi meccanismi di partecipazione alle scelte pubbliche da parte degli stakeholder che risultino adeguati a governare le sfide e le complessità crescenti».
All’evidenza dei fatti, per il numero uno di Confindustria per la provincia di Cosenza, «il localismo amministrativo e regolativo risulta inefficiente e inefficace. La vita sociale e i flussi dei residenti si svolgono da tempo su una scala sovracomunale, che diventata di conseguenza la dimensione di riferimento per tentare di governarne in modo adeguato i problemi. Mobilità, acqua, qualità dell’aria, servizi ricreativi e culturali, trasporto pubblico locale, servizi socio-sanitari, scuola, energia, rifiuti urbani e l’insieme dei servizi a rete – aggiunge Fortunato Amarelli – sono problemi che domandano politiche e interventi d’area vasta: per conseguire economie di scala, per evitare asimmetrie, duplicazioni e sprechi, per integrare e ottimizzare la gestione delle filiere dei servizi, per fare ricorso alle migliori competenze tecniche. Il futuro di quest’area è strettamente connesso alle capacità delle classi dirigenti di riuscire a costruire consenso politico su obiettivi di sviluppo e di benessere sociale di lungo periodo, ovvero di indirizzare le azioni del presente verso futuri auspicati, superando la logica degli interventi puntuali, particolaristici e finalizzati al mero consenso elettorale più immediato».
«Il futuro è per definizione plurale» chiosa Amarelli che aggiunge «provare ad immaginarlo consente di guardare con la giusta luce il presente e ad individuare progetti e percorsi virtuosi da perseguire nel breve periodo, ma offre anche un’occasione formidabile per orientare sensibilità, sistemi di valore e consapevolezze diffuse sulla coerenza delle azioni di oggi con le prospettive future».
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