A qualche pentastellato calabro ieri sarebbe arrivata giusto una comunicazione molto laconica e molto criptica: «Dobbiamo approfondire, nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra il leader e la deputazione». Niente di più e niente di meno. A conferma dell’ombra di mistero che storicamente si allunga sulle cose del Movimento 5 Stelle, così da Roma è stata e motivata ai big del partito regionale la decisione di Giuseppe Conte di rinviare la nomina del nuovo coordinatore che dovrà prendere il posto del dimissionario Massimo Misiti, una decisione che la Calabria condivide con la Sicilia. Nel resto d’Italia Conte ha provveduto ad avviare la tanto attesa organizzazione del partito, cosa che invece in Calabria ancora non avverrà da qui a brevissimo. Fonti grilline riferiscono che, prima di scegliere, Conte ha intenzione di confrontarsi con i portavoce del Movimento 5 Stelle, in Calabria – cosa per la verità ritenuta più probabile – a Roma o via call. Si vedrà quando e come.
Quello che trapela un po’ diffusamente dalla cortina del silenzio ai limiti dell’omertà dei pentastellati è che la necessità dell’approfondimento di cui sopra nascerebbe dal fatto che il M5S in Calabria risentirebbe ancora di parecchie tossine, pre e post elettorali. E in effetti sarebbero diversi i tormenti e i segnali di malessere che spuntano dai territori e che le stesse dimissioni di Misiti, al netto dei comunque seri motivi personali e professionali che ha addotto l’ex deputato per lasciare l’incarico, avrebbe plasticamente evidenziato: scollamento tra la base degli attivisti e rappresentanti istituzionali, tensioni tra gli stessi eletti, la difficoltà a strutturarsi anche sul piano logistico e organizzativo e una generale mancanza di un’identità precisa, complice anche la distanza dai vertici decisionali incardinati nella leadership di Conte. Il quale comunque nella sua agenda ha, chiaramente, anche la definizione della casella Calabria, che però non è operazione agevole.
Sul piano nominalistico, le anticipazioni dei mesi scorsi che indicano nella rieletta deputata Anna Laura Orrico il profilo ideale e quello più accreditato per coordinare i pentestallati di Calabria trovano conferme anche in queste ore, corroborate da alcuni elementi che potrebbero avere il loro peso: la Orrico anzitutto è stata l’unica del M5S a vincere alle Politiche nei collegi uninominali laddove per nessun altro dei suoi colleghi c’è stato scampo, è al secondo mandato, con Conte ha un ottimo rapporto (è stata sottosegretaria nel Conte Bis), è ben vista dagli attivisti, ha inoltre “buoni uffici” con gran parte della deputazione calabrese, insomma è una figura che aggrega più di tutte le altre, probabilmente. Ma – si fa intendere da fonti M5S – anche l’europarlamentare Laura Ferrara ha un profilo molto simile, e anche il suo nome potrebbe alla fine spuntare nei pensieri di Conte. Si dice poi che sicuramente una voce in capitolo sulla scelta molto “pesante” dovrebbe averla l’attuale vicecapogruppo M5S a Montecitorio Vittoria Baldino, eletta in Calabria (dove è stata candidata tra mille polemiche e mille mugugni) e tra le fedelissime di Conte.
Nel complesso, comunque, la galassia pentastellata resta molto magmatica e molto tormentata, con satelliti che non comunicherebbero molto tra di loro: quelli a esempio del deputato vibonese Riccardo Tucci e della deputata sibarita Elisa Scutellà, che sono al secondo mandato ma che secondo i bene informati sarebbero troppo divisivi per aspirare al coordinamento regionale. Per il M5S comunque è in arrivo anche in Calabria un sorta di svolta, quella svolta tanto attesa anche per dare finalmente una linea a un Movimento che sconta tante contraddizioni, anzitutto quella di riscuotere grande consenso nelle elezioni politiche ma non altrettanto in quelle di livello più basso, dove i voti si contano e si conquistano uno a uno. Il M5S è finalmente entrato anche in Consiglio regionale ma a Palazzo Campanella fatica a dare profondità alla sua azione, perché il capogruppo Davide Tavernise è particolarmente attivo ma non lo sembra altrettanto il collega Francesco Afflitto (dato sempre – da boatos e indiscrezioni – sul punto di allontanarsi per raggiungere altri lidi) ma come opposizione ha un rapporto troppo ondivago soprattutto con il Pd. E in generale sui territori la capacità di incidere dei rappresentanti istituzionali pentastellati è ancora piuttosto irrilevante. Per il futuro coordinatore il lavoro sarà per questo doppiamente impegnativo. (c. a.)
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