REGGIO CALABRIA Lo chiamano “il poeta del ferro” perché è attraverso le sue sculture che è in grado di plasmare personaggi e storie dal sapore antico ma con una visione completamente contemporanea. Cosimo Allera è però un artista a tutto tondo, ad alcuni centri reggini negli ultimi mesi è riuscito a regalare dei coloratissimi murales, opere uniche nel loro genere in cui a spiccare è la rappresentazione dei Bronzi di Riace. Ed è proprio pensando ai due guerrieri greci ritrovati cinquant’anni fa sulla costa jonica reggina che Allera vorrebbe dedicare una vera e propria impresa: realizzarne una riproduzione tale da poterli posizionare uno sulla costa reggina e l’altro su quella siciliana: “i Bronzi dello Stretto”. «I Bronzi di Riace – afferma Allera – rappresentano il massimo dell’espressione artistica, la perfezione in assoluto».
«Quando anche solo una persona si emoziona guardando una mia opera sono più che felice», racconta ai microfoni del Corriere della Calabria l’artista reggino. E di persone con le sue tantissime opere – oltre 40 sono sparse in tutto il mondo – Allera ne ha fatte emozionare tante. Quando insieme a Nik Spatari realizzò “L’Ombra della Sera” all’interno del Musaba diede vita all’opera in ferro più alta del Sud Italia.
Dal suo lavoro, solo per citarne alcune, sono nate opere come “Il Cristo” sulla cupola della cattedrale di Paravati, “Acutis” in Val di Fiemme, nel parco museo più alto del mondo, l’”Et” per celebrare la figura di Carlo Rambaldi. Al centro del corso di Reggio Calabria, posizionata di fronte al Teatro Cilea, c’è l’opera che Allera ha dedicato a Umberto Boccioni in occasione del 140esimo anniversario dalla sua nascita: una riproduzione alta sei metri, per un peso di 15 quintali, dell’opera “Forme uniche della continuità nello spazio” dell’artista reggino.
«È un’idea nata nel 2017. Era in corso una mia mostra al Castello Aragonese e dissi che Reggio era la città di Boccioni e nessuno lo aveva ricordato in maniera forte. Ho colto quindi l’occasione per farlo io». «Adesso – racconta Allera – vorrei realizzare la Nike di Samotracia in grandi dimensioni come ho fatto per il Boccioni».
«Mi piace sperimentare, studiare le varie tecniche e metterle in atto», spiega Allera, che recentemente si è cimentato nella realizzazione di murales. «È stata la prima volta per me», ha raccontato l’artista che ha regalato ai centri reggini di Scido, Siderno e Polistena tre opere di street art con protagonisti proprio i bronzi di Riace. Opere realizzate nell’ambito del bando della Città Metropolitana di Reggio Calabria con lo scopo di valorizzare i Bronzi e la Magna Grecia.
Proprio ai due guerrieri greci Allera vorrebbe dedicare una vera e propria impresa realizzando le statue più alte del mondo, i Bronzi dello Stretto, che verrebbero posizionati, uno sul pilone di Santa Trada sul versante reggino e l’altro sul pilone di Torre Faro sul versante messinese dello Stretto. «È un’idea abbastanza ambiziosa. – spiega lo scultore – Vorrei realizzare, sfruttando i piloni, come fecero per la Statua della Libertà, due statue di 240 metri ciascuna. Sarebbero le sculture più alte al mondo. Al momento quella più alta è la Statua dell’Unità che si trova in India ed è alta 190 metri». Un omaggio a due opere che, spiega Allera, «rappresentano il massimo dell’espressione artistica, la perfezione in assoluto. Sono un valore per noi calabresi e italiani che dobbiamo custodire e valorizzare nel miglior modo possibile». (redazione@corrierecal.it)
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