CATANZARO Nuovo sopralluogo stamane nella palazzina di via Caduti XVI Marzo 1978 a Catanzaro dove nella notte dello scorso 22 ottobre si consumò il dramma della famiglia Corasaniti decimata dal rogo scoppiato all’interno dell’appartamento e nel quale persero la vita i tre figli di Vitaliano e Rita Mazzei, Saverio, di 22 anni, Aldo di 14 e Mattia di 12, mentre gli altri due Antonello e Zaira Maria rimasero gravemente feriti come i loro genitori.
Daniele Menniti, docente della facoltà di Ingegneria dell’Università della Calabria, nominato dal pm della Procura di Catanzaro Francesco Bordonali è tornato nell’appartamento ed ha svolto gli ulteriori accertamenti alla presenza tra gli altri anche del legale della famiglia Corasoniti, Giovanni Fioresta.
L’ipotesi, tenuto conto delle competenze specifiche del docente specialista in ingegneria elettrotecnica potrebbe essere legata al fatto che l’innesco dell’incendio sia stato originato da qualche elemento relativo all’impianto elettrico dell’abitazione. All’interno del soggiorno, secondo quanto emerso dagli accertamenti svolti in precedenza, sarebbe stato presente molto materiale cartaceo e anche cartoni. «Stiamo cercando sostanzialmente – ha detto Menniti senza entrare nel merito – di acquisire elementi per avere conferma di quello che abbiamo ipotizzato. Per essere certi pero abbiamo necessità di fare ulteriori indagini. Per il momento preferire non dire altro».
«Il sopralluogo di oggi – ha detto l’avvocato Fioresta – molto probabilmente servirà per conferma delle teorie elaborate in precedenza dal perito. Dopo l’ultimo sopralluogo sono state svolte le attività di analisi previste. Il lavoro di oggi servirà o per confermare o per smentire determinati dubbi che erano emersi. Ovviamente non sappiamo ancora nulla perché nulla è stato depositato. Speriamo che a brevissimo, il termine dovrebbe scadere fra qualche settimana, si riesca ad avere la perizia definitiva e capire cosa è successo».
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