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Riecco il Consiglio regionale, il centrodestra tra leggi “omnibus” ed equilibrismi

Lunedì nuova seduta, dopo una pausa di quasi un mese e mezzo. Maggioranza compatta ma non mancano sacche di malumore e fibrillazioni

Pubblicato il: 18/02/2023 – 17:38
Riecco il Consiglio regionale, il centrodestra tra leggi “omnibus” ed equilibrismi

Il “letargo” lungo quasi un mese e mezzo sta per finire. Lunedì torna a riunirsi il Consiglio regionale, 40 giorni dopo l’ultima seduta, per quella che sarà la seconda seduta dall’inizio del 2023. Una seduta al mese, finora, in controtendenza rispetto al primo anno della legislatura targata Occhiuto e centrodestra, che è stato un anno particolarmente frenetico. L’andamento lento di Palazzo Campanella negli ultimi tempi ha sicuramente risentito degli effetti delle Politiche dello sorso settembre, che hanno ridisegnato gli equilibri e determinato una nuova geografia dei gruppi consiliari anche se sul piano politico hanno confermato la leadership e la centralità del governatore Roberto Occhiuto e di Forza Italia, con un trend distonico rispetto a quello nazionale. Al netto di alcune tossine sprigionate dalle designazioni negli incarichi di sottogoverno (che hanno indispettito soprattutto Fratelli d’Italia), sulla compattezza e sulla sostanziale unità della coalizione non ci sono dubbi, secondo gli analisti politici, nel senso che le ultime nomine e gli assestamenti prodotti dalle varie surroghe, sia in Giunta sia in Consiglio, non hanno provocato scossoni comunque rilevanti, né  la nascita di Azione avrà conseguenza sulla tenuta della coalizione, considerando che i due neo calendiani Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano restano saldamente nell’alveo della maggioranza di centrodestra.  

“I banchi che scottano”

Ma certo nel fronte della maggioranza non mancano delle sbavature e delle smagliature, riconducibili essenzialmente alle dinamiche interne ai partiti, attraversati da fibrillazioni e malumori assortiti. Nulla di grave e soprattutto nulla che possa intaccare la graniticità della coalizione, ma qua e là affiorano un po’ di mugugni e qualche situazione “appesa”. che danno il senso di “banchi che scottano” o che “si muovono” a Palazzo Campanella. Forza Italia resta il perno dello schieramento e al momento non vivrebbe particolari tensioni, anche se fonti accreditate segnalano mugugni di Domenico Giannetta, rientrato in aula ma di fatto subito stoppato nelle sue velleità dall’asse Cannizzaro-Arruzzolo. Nella Lega resta sotto i riflettori il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, che con il Carroccio nazionale fila d’amore e d’accordo ma con quello regionale un po’ meno, anche se le immagini che l’hanno ritratto alla Bit di Milano mentre si intratteneva tra sorrisi e pacche sulla spalla con il leader Matteo Salvini probabilmente sono state un segnale afferrato dai leghisti di Calabria, alcuni dei quali hanno elogiato apertamente, con un afflato inedito, Mancuso per il suo nuovo ruolo nella Conferenza dei presidente di Consiglio. In Fratelli d’Italia fonti accreditate confermano ancora fibrillazioni provenienti dal capogruppo regionale Giuseppe Neri, che non avrebbe gradito il mancato ingresso in giunta in luogo di Fausto Orsomarso eletto al Senato e sarebbe entrato in conflitto con i plenipotenziari nazionali di FdI, segnatamente con Giovanni Donzelli. Quella di Neri è una delle varie situazioni “monitorate” dagli analisti politici per i probabili sviluppi futuri che potrebbero avere e che vedrebbero più di un consigliere regionale – in genere, i “delusi” del post elezioni e non solo – in “movimento” alla ricerca di una collocazione più definita. 

Occhi puntati sul Consiglio di lunedì

Occhi puntati in tale senso anche sul neo consigliere regionale Antonello Talerico, che lunedì esordirà in aula dopo aver vinto il ricorso contro Valeria Fedele: sempre secondo quanto si apprende da fonti qualificate del centrodestra, Talerico sarebbe alla ricerca di una “casa” (un gruppo) che lo accolga, ma al momento avrebbe trovato la porta sbarrata nei due gruppi riconducibili a Forza Italia (cosa scontata conoscendo il veto, datato da almeno un anno, del coordinatore azzurro Giuseppe Mangialavori) ma anche in Coraggio, per lui l’approdo potrebbe essere dunque nel Misto. Si vedrà. In generale nel fronte politico calabrese l’attenzione in questa fase è rivolta soprattutto alla neonata Azione, che starebbe dispiegando una certa forza attrattiva per quanti, nel centrodestra ma anche nel centrosinistra, fanno fatica ora a trovare spazi di agibilità politica. Una dinamica da valutare nelle prossime settimane mentre intanto il Consiglio regionale prova a riprendere il proprio cammino. Sono 11 i punti all’ordine del giorno della seduta di lunedì: tra questi spiccano il “ripescaggio” dei precari ex legge 12, cioè i precari degli enti sub regionali, che il centrodestra prevede di affiancare ai Comuni nell’attuazione del Pnrr, la quarta “omnibus” con norme significative soprattutto in tema di dirigenza sanitaria e Azienda Zero e la riforma della Protezione civile. Piccoli test sulla fase 2 della maggioranza di centrodestra. 

Il “letargo” lungo quasi un mese e mezzo sta per finire. Lunedì torna a riunirsi il Consiglio regionale, 40 giorni dopo l’ultima seduta, per quella che sarà la seconda seduta dall’inizio del 2023. Una seduta al mese, finora, in controtendenza rispetto al primo anno della legislatura targata Occhiuto e centrodestra, che è stato un anno particolarmente frenetico. L’andamento lento di Palazzo Campanella negli ultimi tempi ha sicuramente risentito degli effetti delle Politiche dello sorso settembre, che hanno ridisegnato gli equilibri e determinato una nuova geografia dei gruppi consiliari anche se sul piano politico hanno confermato la leadership e la centralità del governatore Roberto Occhiuto e di Forza Italia, con un trend distonico rispetto a quello nazionale. Al netto di alcune tossine sprigionate dalle designazioni negli incarichi di sottogoverno che hanno indispettito Fratelli d’Italia, sulla compattezza e sulla sostanziale unità della coalizione non ci sono dubbi, secondo gli analisti politici, nel senso che le ultime nomine e gli assestamenti prodotti dalle varie surroghe, sia in Giunta sia in Consiglio, non hanno provocato scossoni comunque rilevanti, né  la nascita di Azione avrà conseguenza sulla tenuta della coalizione, considerando che i due neo calendiani Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano restano saldamente nell’alveo della maggioranza di centrodestra.  

“I banchi che scottano”

Ma certo nel fronte della maggioranza non mancano delle sbavature e delle smagliature, riconducibili essenzialmente alle dinamiche interne ai partiti, attraversati da fibrillazioni e malumori assortiti. Nulla di grave e soprattutto nulla che possa intaccare la graniticità della coalizione, ma qua e là affiorano un po’ di mugugni e qualche situazione “appesa”. che danno il senso di “banchi che scottano” o che “si muovono” a Palazzo Campanella. Forza Italia resta il perno dello schieramento e al momento non vivrebbe particolari tensioni, anche se fonti accreditate segnalano la posizione un po’ critica di Domenico Giannetta, rientrato in aula ma di fatto subito stoppato nelle sue velleità dall’asse Cannizzaro-Arruzzolo. Nella Lega resta sotto i riflettori il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, che con il Carroccio nazionale fila d’amore e d’accordo ma con quello regionale un po’ meno, anche se le immagini che l’hanno ritratto alla Bit di Milano mentre si intratteneva tra sorrisi e pacche sulla spalla con il leader Matteo Salvini probabilmente sono state un segnale afferrato dai leghisti di Calabria, alcuni dei quali hanno elogiato apertamente, con un afflato inedito, Mancuso per il suo nuovo ruolo nella Conferenza dei presidente di Consiglio. In Fratelli d’Italia fonti accreditate confermano ancora fibrillazioni provenienti dal capogruppo regionale Giuseppe Neri, che non avrebbe gradito il mancato ingresso in giunta in luogo di Fausto Orsomarso eletto al Senato e sarebbe entrato in conflitto con i plenipotenziari nazionali di FdI, segnatamente con Giovanni Donzelli. Quella di Neri è una delle varie situazioni “monitorate” dagli analisti politici per i probabili sviluppi futuri che potrebbero avere e che vedrebbero più di un consigliere regionale – in genere, i “delusi” del post elezioni e non solo – in “movimento” alla ricerca di una collocazione più definita. 

Occhi puntati sul Consiglio di lunedì

Occhi puntati in tale senso anche sul neo consigliere regionale Antonello Talerico, che lunedì esordirà in aula dopo aver vinto il ricorso contro Valeria Fedele: sempre secondo quanto si apprende da fonti qualificate del centrodestra, Talerico sarebbe alla ricerca di una “casa” (un gruppo) che lo accolga, ma al momento avrebbe trovato la porta sbarrata nei due gruppi riconducibili a Forza Italia (cosa scontata conoscendo il veto, datato da almeno un anno, del coordinatore azzurro Giuseppe Mangialavori) ma anche in Coraggio, per lui l’approdo potrebbe essere dunque nel Misto. Si vedrà. In generale nel fronte politico calabrese l’attenzione in questa fase è rivolta soprattutto alla neonata Azione, che starebbe dispiegando una certa forza attrattiva per quanti, nel centrodestra ma anche nel centrosinistra, fanno fatica ora a trovare spazi di agibilità politica. Una dinamica da valutare nelle prossime settimane mentre intanto il Consiglio regionale prova a riprendere il proprio cammino. Sono 11 i punti all’ordine del giorno della seduta di lunedì: tra questi spiccano il “ripescaggio” dei precari ex legge 12, cioè i precari degli enti sub regionali, che il centrodestra prevede di affiancare ai Comuni nell’attuazione del Pnrr, la quarta “omnibus” con norme significative soprattutto in tema di dirigenza sanitaria e Azienda Zero e la riforma della Protezione civile. Piccoli test sulla fase 2 della maggioranza di centrodestra.  (c. a.)

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