Conoscevo Tiziana Mirabelli, la donna che ieri ha ucciso il vicino di casa a Cosenza. La ricordo, quando ero dirigente comunale, sempre pronta a perorare le cause dei non abbienti. Ciò non significa un’assoluzione per quello che ha fatto: saranno le autorità a stabilire se si è trattato di legittima difesa o altro. Certo è che bisogna fare qualcosa di più anche a Cosenza per contrastare il degrado. Il Comune non ha risorse e da solo non può farcela. Ma ci sono fondi regionali, del Pnrr, che devono essere utilizzati per una politica sociale attiva nei quartieri. Tiziana e la sua vittima abitavano in un bel palazzo alle spalle del supermercato più famoso di Cosenza, Scarpelli, usufruendo del bonus fitti. Laddove insiste l’emarginazione si annidano condizioni di invivibilità. E laddove ci sono poche risorse disponibili dovrebbe trionfare il concetto di fantasia al potere. L’assessore ai servizi sociali del Comune, Veronica Buffone, metta in rete le associazioni di volontariato. Apra un tavolo continuo con il mondo del lavoro per favorire le possibilità di occupazione in relazione a competenze e bisogni. Ci sono misure interessanti nell’ambito dei fondi di coesione che devono essere utilizzate al meglio. E un contributo prezioso lo darà certamente il mondo della chiesa. Quest’omicidio non è di malavita m di vita malevole. La politica se ne occupi concretamente facendo fatti e non parole.
*giornalista
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