REGGIO CALABRIA Prevenire il fenomeno della dispersione scolastica attraverso la cooperazione tra associazioni del territorio e interventi mirati. Questo l’obiettivo del progetto “Non disperdiamoci” promosso dalla Fondazione Antonino Scopelliti, in collaborazione con la Città Metropolitana e il Comune di Reggio Calabria. Un percorso tra associazioni e istituzioni per frenare un fenomeno che colpisce in particolar modo il Sud e che rischia di dilagare in un territorio come quello reggino, dove il lavoro dell’istituzione scolastica può risultare fondamentale per allontanare i giovani dal rischio rappresentato dalla criminalità organizzata. I primi risultati del progetto sono stati presenati questa mattina nel corso di una conferenza stampa a Palazzo San Giorgio. Il confronto ha coinvolto i sindaci facente funzioni, Paolo Brunetti e Carmelo Versace, l’assessore comunale al Welfare, Demetrio Delfino, la presidente, la direttrice e la responsabile scuola della Fondazione, Rosanna Scopelliti, Maria Cantone e Mafalda Pollidori. Nel corso dell’incontro è stato più volte ricordato il contributo offerto dall’assessora comunale all’Istruzione, Lucia Nucera.
«Per dispersione scolastica siamo al secondo posto dopo la Sicilia», ha spiegato il sindaco facente funzioni della Città Metropolitana Carmelo Versace, che ha aggiunto: «Se questo percorso proviamo a farlo tutti insieme, forse qualche risultato riusciamo a portarlo a casa. Oggi – ha affermato – esistono ingenti risorse, in particolar modo dal Pnrr, che devono essere distribuite equamente fra le diverse realtà scolastiche del territorio. Non regge più, infatti, la favoletta della mancanza di finanziamenti per le nostre scuole. Questo deve essere ben chiaro a quanti hanno il compito e la responsabilità di gestire una mole importante di denaro pubblico per aiutare a diminuire la dispersione fra le nostre aule Dobbiamo essere liberi di poter investire su alcune aree perché sono oggettivamente svantaggiate». «La legalità – ha detto il sindaco facente funzioni del Comune Paolo Brunetti – è legata al giusto funzionamento delle istituzioni, e la scuola è una di quelle più importanti perché ha un ruolo fondamentale nell’educazione dei ragazzi e nel dare la giusta direzione».
«I dati ci dicono che il fenomeno è in diminuzione», ha spiegato l’assessore al Welfare Demetrio Delfino, che ha messo in rilievo i risultati raggiunti anche in relazione ad alcune misure adottate, tra queste c’è la sospensione o la revoca del reddito di cittadinanza nei confronti di quei genitori, percettori del sussidio, che non mandano i figli a scuola. Un’altra misura messa in campo da Palazzo San Giorgio è stata il potenziamento dei poli sociali: «Nell’ultimo anno e mezzo, abbiamo assunto dieci assistenti sociali che permettono una maggiore attenzione nelle aree sensibili ed un controllo capillare, svolto quasi casa per casa, per intavolare un ragionamento con le famiglie». Poi, Delfino indica il progetto del settore Welfare che ha interessato i cittadini rom, sinti e camminanti: «L’azione sinergica fra la cooperativa che si occupa del servizio, gli assistenti sociali, le scuole e le famiglie ha portato risultati eccezionali. Bisogna lavorare – ha concluso Delfino – per mandare, il prima possibile, i bambini fra i banchi potenziando gli asili nido esistenti e realizzandone altri, come è già in programma per le zone delicate della periferia cittadina».
«Intendiamo portare nelle scuole delle proposte progettuali, ma per migliorarle e strutturarle abbiamo bisogno della collaborazione con gli enti. È importante lavorare in maniera reticolare», ha detto la professoressa Mafalda Pollidori. Secondo i dati raccolti, che si riferiscono a tre scuole (Gli istituti comprensivi “Bernardino Telesio” di Modena-San Sperato, “Radice Alighieri” di Catona-Arghillà e “Falcomatà” di Archi) sono 93 i ragazzi, nel solo comune di Reggio Calabria, che nell’anno scolastico 2021-2022 hanno abbandonato gli studi, contro i 38 dell’anno 2022-2023.
«Siamo al terzo step di questo progetto che ha iniziato a muovere i passi quest’estate», ha dichiarato Rosanna Scopelliti, presidente della Fondazione. «Abbiamo individuato le scuole – ha aggiunto – e raccolto i dati, che non sono solamente i dati numerici, ma sono anche i dati qualitativi, nel senso che abbiamo cercato di capire quali fossero le motivazioni che spingono sia le famiglie che i ragazzi ad allontanarsi dalla scuola».
«Adesso – ha spiegato ancora Scopelliti – iniziamo un percorso accanto al Comune, accanto alle associazioni del terzo settore che si occupano proprio di questi temi specifici sui territori, per mettere in campo ogni azione strategica utile a riuscire ad arginare questo problema». L’obiettivo è anche quello di evitare che i giovani, allontanandosi dalla scuola, possano avvicinarsi alla criminalità: «Come Fondazione cerchiamo di fare da collante, ma anche di fornire un input ai territori per riuscire ad arginare un problema che influisce non solo sull’istruzione dei ragazzi, e già questo sarebbe gravissimo, ma anche e soprattutto sulla possibilità di avvicinarsi alla ‘ndrangheta e alle associazioni criminali. È molto facile che un ragazzo che riesce a trovare dei guadagni altrove non abbia nessuna necessità di andare a scuola».
«La scuola deve riuscire a ritrovare la propria centralità e le istituzioni devono supportare con ogni mezzo possibile il ruolo della scuola. Abbiamo iniziato oggi il primo incontro con le associazioni – ha concluso Scopelliti – e contiamo nel giro di poco tempo di riuscire tutti insieme a creare veramente un percorso fattibile sulle esigenze di ogni singolo territorio». (redazione@corrierecal.it)
x
x