REGGIO CALABRIA Serrato botta e risposta in Consiglio regionale tra maggioranza di centrosinistra e opposizioni sugli enti strumentali e il Pac in agricoltura. Il dibattito si snoda nel corso della discussione congiunta dei primi quattro punti all’ordine del giorno, relativi ai documenti contabili di enti para e sub regionali come Arsac, Arcea e Aterp e del Complemento strategico regionale dei fondi europei per l’agricoltura, tutti relazionati dal presidente della seconda commissione bilancio, Antonio Montuoro (FdI) e tutti approvati a maggioranza.
Le critiche dell’opposizione sono affidate in primo luogo a Raffaele Mammoliti (Pd), che parla dì provvedimenti «troppo eterogenei che avrebbero richiesto attenzioni specifiche, in più – spiega – c’è molta confusione sugli enti strumentali, e questo conferma l’idiosincrasia di questa maggioranza al confronto. Ricordo poi che i due atti più importanti della programmazione comunitaria sono stati approvati senza che il presidente e l’assessore fossero in in commissione, e questo è un dato politico incontrovertibile». La capogruppo del Misto Amalia Bruni pone l’indice soprattutto sulla gestione dell’Aterp, evidenziando come «il patrimonio degli alloggi sia particolarmente malmesso e degradato e c’è il rischio di danno erariale consistente per i tanti canoni di locazione non pagati». Replica Montuoro, secondo il quale l’attuale amministrazione guidata dal presidente Occhiuto «si sta caratterizzando per vero cambiamento, l’opposizione deve anche ricordare che tanti ritardi sono derivati dal passato». Per il capogruppo del Pd Mimmo Bevacqua «questa considerazione non regge, perché il centrodestra governa da tre anni ormai e intanto ci sono ancora enti in liquidazione dal 2015 che ancora gravano sul bilancio regionale, a esempio Arsac con un debito di oltre 240mila euro. È necessario riflettere su come chiudere un rubinetto ancora aperto». Quindi il capogruppo M5S Davide Tavernise, che chiede lumi su Arsac «visto che da anni non ha il piano aziendale e ci sono incertezze sul futuro dei dipendenti». Sui temi dell’agricoltura interviene l’assessore regionale Gianluca Gallo, che evidenza come «il settore calabrese in questi ultimi mesi sta attirando molta curiosità, abbiamo fatto cartello con le altre regioni, con la Sicilia in particolare, per difendere le ragioni del Sud dal punto di vista finanziario col ripristino del criterio storico e l’aumento delle risorse. Quanto ad Arsac e Arcea, sono enti in salute. Arsac sta conducendo un’azione, recuperata in questi anni, di grande efficacia e collaborazione: puntiamo anche a un suo impegno nell’approccio scientifico. Inoltre stiamo lavorando alla riforma dei Consorzi di bonifica. C’è attorno all’agricoltura molta curiosità, nel 2022 l’export è aumentato di oltre il 30%, e siamo tra i primi in Italia per spesa».
Anche sulle modifiche alla legge sull’attività estrattiva in Calabria si registra la diversificazione tra maggioranza opposizione, con la Bruni che ricorda «l’interesse della criminalità organizzata nel settore» e rimarca «i ritardi nella stesura del “Prae”, il piano regionale» chiedendo poi spiegazioni sul «perché si prevedono cinque consulenti in questo ambito», e Ferdinando Laghi, capogruppo di DeMa, che evidenzia «le eccessive deroghe contenute nella nuova norma agli iter autorizzativi e concessori». A replicare è l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì, che ricorda come la modifica normativa «vale a rinnovare un testo datato 2009 e ormai vetusto, armonizzandolo anche con la legislazione nazionale» e, sul “Prae”, «è necessario adottarlo proprio per le ragioni indicate dall’opposizione e per fare questo dobbiamo nominare gli esperti, così finalmente procediamo alla programmazione nell’attività estrattiva e allo snellimento delle procedure». Alla fine anche su questa legge c’è l’ok a maggioranza. (redazione@corrierecal.it)
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