REGGIO CALABRIA Trentadue aziende su 59 irregolari e 11 attività sospese. Si è conclusa con questi numeri l’attività della task force per la lotta al caporalato e allo sfruttamento del lavoro, iniziata nel territorio di Reggio Calabria a fine gennaio. «Promossa dalla Direzione centrale per la tutela, la vigilanza e la sicurezza del lavoro di INL nell’ambito del Progetto multi-agenzia A.L.T. Caporalato D.U.E., finanziato dal fondo Politiche migratorie 2020 del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali, l’attività – spiega una nota – ha coinvolto ispettori degli ITL di Reggio Calabria, Napoli, Roma, Bari, Salerno, Cosenza, Foggia, Potenza- Matera, Cagliari Oristano, Carabinieri del N.I.L. di Reggio Calabria, ispettori dell’INPS e dello Spisal della locale A.S.P, nonché mediatori culturali dell’O.I.M., con il supporto logistico delle locali stazioni dell’Arma».
Gli accessi ispettivi hanno riguardato diverse aziende agricole operanti nei territori della piana di Gioia Tauro e Rosarno, dove in questo periodo lavorano molti braccianti extracomunitari, impegnati nella raccolta degli agrumi. Complessivamente sono state verificate 246 posizioni lavorative: 80 i lavoratori irregolari, di cui 33 in nero. Scoperti anche un bracciante extracomunitario privo di permesso di soggiorno e 5 lavoratori italiani in nero percettori di reddito di cittadinanza. Sono state emesse 14 prescrizioni per omessa formazione e visite mediche, nonché per altre violazioni sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Per le violazioni amministrative accertate si procederà notificare i provvedimenti amministrativi, mentre per le violazioni penali verrà informata la magistratura. (Agi)
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