COSENZA Chiede «rispetto» per il dolore dei familiari e di evitare commenti negativi sul proprio padre. Giovanna Gioffrè, figlia di Rocco, il 76enne ucciso nei giorni scorsi a Cosenza, affida ai social uno sfogo di poche righe sulla figura della vittima dell’omicidio. Vuole – spiega in un post su Facebook – «precisare alcune cose» e chiede che non siano «sparate sentenze senza conoscere i fatti. Mio padre non è come è stato descritto da Tiziana Mirabelli (che ha confessato l’omicidio, ndr) uno stupratore. Papà era una persona pulita dentro e fuori e non avrebbe mai fatto una cosa del genere a una donna. Papà era conosciuto da tutta la città come una persona umile che non avrebbe torto un capello a nessuno, era un tipo troppo buono quindi vi prego di rispettare il nostro dolore».
Nelle giornate di domenica e lunedì i figli della vittima sono stati sentiti dagli inquirenti, mentre il pm della Procura di Cosenza ha disposto l’autopsia sul corpo di Gioffrè. L’esame autoptico è un passaggio chiave per scrivere la storia di un omicidio che presenta ancora diversi punti oscuri. Secondo il racconto di Mirabelli l’uomo sarebbe stato ucciso lo scorso 14 febbraio a seguito del tentativo di quest’ultimo di abusare sessualmente della 47enne. Che avrebbe reagito brandendo un coltello e sferrando alcuni colpi mortali contro l’anziano. Il delitto, dunque, si sarebbe verificato il giorno di San Valentino, ma confessato solo il 19 febbraio. La donna avrebbe, dunque, tenuto in casa il cadavere prima di costituirsi in caserma.
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