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Sanità, Pennetti: «Ricorsi in calo, la coincidenza commissario-presidente della Regione è positiva»

Il presidente del Tar all’inaugurazione dell’anno giudiziario. «Migliora la legittimità degli atti» . Interdittive sempre numerose. Sos sull’organico

Pubblicato il: 21/02/2023 – 11:19
Sanità, Pennetti: «Ricorsi in calo, la coincidenza commissario-presidente della Regione è positiva»

CATANZARO «Emerge un quadro chiaroscurale. Per un verso prosegue l’iter di ripresa del calo dei ricorsi legata anche alla vicenda pandemica, però nello stesso tempo permane un gap che ancora sembra collegarci a quel periodo». Così il presidente del Tar Calabria Giancarlo Pennetti nella conferenza stampa per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale amministrativo regionale.

I dati

«Spesso – esordisce Pennetti – l’andamento del contenzioso riflette gli equilibri più generali sul piano sociale ed economico di un territorio, nel caso di una regione. In fondo si tratta di un sistema che cerca di uscire ma è ancora trattenuto. C’è un calo di ricorsi di circa 200 e rotti in meno in ingresso nel 2022 rispetto al 2021: pensiamo che questo sia legato all’aumento del costo della vita e alla spirale inflazionistica nel 2022 per Omicron e la guerra, all’aumento dei costi energetici, del costo della vita e dell’impatto sulle famiglie, soprattutto in Calabria dove c’è un reddito pro capite più basso, e quindi anche il fattore di stimolo della ripresa economica che forse arranca in qualche caso, compreso quello del Pnrr. Insomma. Un quadro chiaroscurale a livello ed economico che si riflette probabilmente sui ricorsi. Calano i ricorsi in materia di appalto, spesso non sono cali drammatici ma percepibili come significativi. Le interdittive antimafie – riferisce il presidente del Tar – sono sempre numerose, purtroppo, ancorché anche qui i ricorsi siano stati in diminuzione, aumenta il pubblico impiego, altre voci meno importanti sul piano statistico restano stabili».

Sanità

Capitolo sanità. Secondo Pennetti «c’è stato un calo di ricorsi, probabilmente legato a un fatto amministrativo, perché una cosa è il discorso amministrativo, un’altra quello dei servizi sanitari in senso stretto e su quest’ultima non entro naturalmente. Certamente la riconduzione a unità della struttura commissariale con l’apparato burocratico regionale ha favorito una probabile velocizzazione delle procedure: i ricorsi in materia di silenzio, di accreditamento, ai budget eccetera vengono definiti evidentemente in tempi più ridotti da èparte dell’apparato regionale guidato nella direzione politico-amministrativo dal presidente della Giunta regionale. Questo superamento dello scollamento che c’era prima tra struttura commissariale statale e uffici regionali – rileva il presidente del Tar Calabria – ha fatto sì che ci fosse una riduzione di ricorsi questo tipo, e naturalmente questo è un dato positivo».

«Miglioramento sul piano della legittimità degli atti»

Quanto all’azione delle pubbliche amministrazioni nella regione Pennetti osserva: «La Calabria si colloca all’interno del quadro del Mezzogiorno. Sappiamo che il Sud ha ritardi su vari fronti e la pubblica amministrazione al Sud e in Calabria soffre di una serie di problemi in maniera più significativa rispetto alle amministrazioni del Centro Nord. Per quanto riguarda gli atti amministrativi c’è un processo di continuo miglioramento, ma questo non è un fenomeno recente, e probabilmente è dovuto a una più attenta selezione del personale e un’attribuzione degli incarichi. C’è una tendenza al miglioramento degli atti amministrativi, anche se naturalmente qualche volta contraddetta da situazioni, magari anche determinate dall’affanno di enti con poco personale. Cetti dati vanno chiaramente sempre letti in controluce perché si rischia di di essere anche ingiusti nel giudizio, l’importante è che si vada sempre per il meglio, come dice una nota pubblicità televisiva di una nota multinazionale “ogni giorno meglio”. Quindi speriamo che sia ogni giorno meglio, anche per la legittimità degli atti amministrativi, che – ricordo – per noi non è solo stanca, pigra verifica di corrispondenza tra un atto amministrativo e un parametro di legittimità così statico. Il nostro – rimarca il presidente del Tar Calabria – è anche un esercizio di una valutazione su come viene esercitata la discrezionalità delle pubblica amministrazione. Questo ovviamente necessita di personale preparato».

Interdittive

Capitolo interdittive antimafia: «Spesso – osserva Pennetti – i ricorrenti lamentano il fatto che le amministrazioni incaricate, i prefetti, non si esprimono sulla richiesta di ricorso a determinati meccanismi, tipo a esempio il contraddittorio all’interno del procedimento che poi porta all’adozione o meno dell’interdittiva. C’è una sorta di doglianza che ricorre spesso nei ricorsi. Secondo censure che si ripetono nei ricorsi questa possibilità non viene adeguatamente valutata da parte dei prefetti. D’altra parte sono istituti recenti e il rodaggio c’è inevitabilmente. La domanda pone un problema di fondo: il contrasto amministrativo e non penale alla criminalità organizzata, e si capisce che contrastare sul piano amministrative fenomeni di questo tipo non è semplice, ci sono abitudini e consuetudini che si ripetono. A noi viene chiesto di decidere su questa materia. C’è una sentenza che dice che non si può pensare di non dire qualcosa sul perché non si ricorre a un certo istituto di aiuto o garanzia per il destinatario di questo atto».

Allarme scopertura organico

«L’arretrato – riferisce poi Pennetti – continuiamo a intaccarlo e ridurlo nonostante l’organico non sia completo. Noi tra prima e seconda sezione abbiamo 7 magistrati, dovrebbero essere 12. Io sto chiedendo da molto tempo almeno tre magistrati almeno già da giugno. E’ un sistema che non può andare avanti evidentemente, ciò nondimeno l’arretrato lo abbiamo intaccato considerevolmente perché lo scorso anno nel quadro del Pnrr è partita la possibilità di smaltimento dell’arretrato, quello pendente al 31 dicembre 2019, quello più vecchio. La prima sezione aveva questo tipo di arretrato e ne abbiamo approfittato eliminando con cinque udienze da remoto gran parte di questo arretrato, oltre 400 ricorsi sono stati eliminati e definiti e ne sono rimasti solo 220-230. In effetti poi c’è stato un restringimento dello spazio di ricorsi a questo meccanismo da parte degli organi di autogoverno a determinati Tar che hanno grossi arretrati, come il Tar del Lazio, della Campania Napoli, Lombardia Milano. Noi siamo usciti dal Pnrr, peccato perché correvamo moltissimo nell’eliminazione dell’arretrato, avremmo finito nell’agosto del 2023 invece che nel 2026. Ovviamente io continuo con il lavoro ordinario. Noi dobbiamo essere messi nelle condizioni di fare di più, meglio e in tempi ancora più brevi. Questo Tar ha magistrati validissimi, e un foro che sollecita e stimola, ma se vogliamo mantenere un trend per cui la gente è soddisfatta dobbiamo avere qualche magistrato in più». (c. a.)

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