CATANZARO Dalla soppressione del Corpo forestale dello Stato con l’attività di tutela dell’ambiente trasferite all’Arma dei Carabinieri è scaturita un’anomalia che grava sui contratti dei lavoratori civili alle dipendenze dell’ente disciolto. E’ quanto segnala il sindacato di categoria Cisal Cfs che sollecita un intervento legislativo per circa 1.500 lavoratori, trecento circa dei quali in Calabria, che lavorano per lo Stato con un contratto privato. «L’attività di tutela dell’ambiente demandata ai Carabinieri – afferma Gennaro Esposito segretario generale Cisal Cfs – non può prescindere dall’inserimento nei ruoli civili del ministero della Difesa di questi lavoratori che, da circa 30 anni, prestano servizio con serietà e professionalità. Allo stato attuale permane un’anomalia contrattuale che relega il personale, dipendente dallo Stato ma contrattualizzato esternamente con un contratto collettivo di tipo privato, alla stregua degli operai forestali regionali ma con l’aggravante delle minor tutele. Insomma, un inquadramento errato e protratto nel tempo nonostante le norme avessero previsto tutt’altro iter».
Della questione si sono occupate recentemente due interrogazioni parlamentari indirizzate al Ministro della Difesa e al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste: la prima presentata dal deputato Sergio Costa, ex ministro dell’Ambiente, e co-firmata dal parlamentare calabrese Riccardo Tucci e dal suo collega Marco Pellegrini del Movimento 5 Stelle; la seconda proposta da Giovanni Maiorano (Fratelli d’Italia). La vicenda di questi lavoratori prende forma dal decreto legislativo n. 177/2016 grazie al quale il Corpo Forestale dello Stato è stato assorbito dall’Arma che è subentrata nei rapporti giuridici attivi e passivi dell’Ente disciolto e ne ha integrato i reparti nella propria struttura organizzativa.
«L’Arma è subentrata anche – sottolinea ancora Esposito – come datore di lavoro degli operai forestali, personale civile che mantiene tale status, assunti a supporto dei compiti istituzionali dell’allora Cfs. Da qui le anomalie scaturite: la prima è che il personale civile viene organizzato e gestito secondo regole militari pur mantenendo un contratto di assunzione di diritto privato individuato in quello degli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale ed idraulico-agraria. Un’altra è quella di lavorare per lo Stato pur non potendo vantare un contratto pubblico. In definitiva: le esigenze temporanee si sono trasformate in compiti istituzionali ma la norma non è stata rivista in considerazione dei nuovi cambiamenti. Intervenendo con una modifica alla legge – puntualizza ancora Esposito – si potrebbe prevedere l’assunzione di questo personale, circa 1.500 persone variamente qualificate, come operai del Ministero della Difesa. Cosa del tutto fattibile dal momento che tale Ministero prevede l’assunzione di personale operaio destinato anche a svolgere mansioni all’interno di caserme militari».
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