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«Quaresima, tempo di ritorno sulla via della fede»

Dopo gli sfarzi del carnevale, con il mercoledì delle ceneri si apre ufficialmente il periodo di Quaresima. Uno dei più belli della cristianità in cui il silenzio, la riflessione e la riconciliazi…

Pubblicato il: 22/02/2023 – 11:28
di Domenico Lo Duca
«Quaresima, tempo di ritorno sulla via della fede»

Dopo gli sfarzi del carnevale, con il mercoledì delle ceneri si apre ufficialmente il periodo di Quaresima. Uno dei più belli della cristianità in cui il silenzio, la riflessione e la riconciliazione con Dio preparano il cuore alla gioia piena della Pasqua.
Ma nel concreto che cos’è la Quaresima, quali sono i significati profondi e le tradizioni ad essa legati. Per capirlo bisogna partire dal significato della parola Quaresima. Esso deriva dal latino ecclesiastico quadragäsëma. Si tratta di un sostantivo femminile di un’altra parola che significa “quarantesimo” ad indicare il quarantesimo giorno prima di Pasqua.
Seguendo il rito romano, il periodo di Quaresima inizia con la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri per concludersi il Giovedì Santo. Il numero di giorni, però, non è 40, bensì 44. Il rito ambrosiano, invece, fa coincidere l’inizio della Quaresima con la domenica successiva al martedì grasso.
Nel rito romano come dicevamo, una delle celebrazioni cardine che dà avvio a questo tempo è quella delle ceneri. In essa il sacerdote celebrante pone una piccola quantità di cenere benedetta, ottenuta bruciando quello che resta dei rami di palme o di ulivi della Domenica delle Palme dell’anno precedente, sulla fronte o sul capo dei fedeli. Un rito simbolico che richiama alla consapevolezza della natura mortale dell’essere umano e introduce l’impegno di conversione della Quaresima.
Durante l’imposizione in passato veniva utilizzata questa formula: «Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris», ovvero: «Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai». Oggi invece si utilizza la frase “Convertiti e credi al vangelo”, a sottolineare ulteriormente l’importanza del periodo quaresimale come momento di profonda conversione del cuore. 
La Quaresima, come abbiamo detto è un tempo di conversione che conduce al Triduo Pasquale durante il quale si fa memoria della Passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo.
Solitamente durante questo periodo le pratiche poste in essere per prepararsi alla Pasqua quali il digiuno, l’elemosina, la preghiera. E’ il Codice di Diritto Canonico a prevedere il digiuno ecclesiastico e l’astinenza dalle carni due volte l’anno: il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo nel rito romano mentre per il rito ambrosiano prevede digiuno e astinenza il primo venerdì di Quaresima e il Venerdì Santo.
Per gli altri venerdì di Quaresima è previsto un solo pasto e l’astinenza dalle carni. Secondo l’Antico Testamento, l’astinenza dalle carni rappresenta una rinuncia simbolica a un piacere perché questa un tempo rappresentava un lusso.
La pratica della carità o dell’elemosina, invece, si accompagna al digiuno cosi da liberarsi dall’avidità e dall’egoismo, riconoscendo il prossimo come fratello e sorella.
La terza pratica legata alla Quaresima è relativa alla preghiera, che sorretta dal digiuno e dalla carità riesce ad arrivare a Dio con più slancio.  Sant’Agostino a tal proposito nel discorso 207 sulla Quaresima sostiene infatti che “Certo come noi con le elemosine e i digiuni diventiamo capaci di pregare bene, così la stessa nostra preghiera fa elemosina quando è diretta ed è fatta non per gli amici soltanto ma anche per i nemici e quando digiuna dall’ira, dall’odio e dagli altri vizi più deleterii”.
Infine il periodo di Quaresima oltre ad essere un tempo legato alla riconciliazione con Dio, è un momento carico di simbolismi. La Quaresima è riconducibile al periodo di quaranta giorni che Gesù, dopo essere stato battezzato nel fiume Giordano da Giovanni il Battista, passò nel deserto prima dell’inizio del suo ministero pubblico. Ma il numero quaranta oltre ad essere centrale nella Quaresima ricorre frequentemente nelle Sacre Scritture sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. Quaranta sono nell’Antico Testamento i giorni del diluvio universale, i giorni che Mosè passò sul monte Sinai, gli anni in cui il popolo ebraico peregrinò nel deserto prima di giungere alla Terra Promessa, i giorni di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb, i giorni che Dio concesse a Ninive per convertirsi dopo la predicazione di Giona. 
In ultimo nel Nuovo Testamento sono quaranta, i giorni che Gesù passò nel deserto digiunando, i giorni in cui Gesù istruì i suoi discepoli tra la resurrezione e l’Ascensione.
Riscopriamo quindi in questo periodo “buio” la gioia di essere cristiani convertendo i nostri cuori in attesa della luce del Risorto.

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