CATANZARO «La collaborazione dei medici cubani e il lavoro che stanno svolgendo da poco più di un mese in Calabria, secondo le informazioni che ho ricevuto, sono molto positivi». A dirlo è stata Mirta Granda Averhoff, ambasciatrice di Cuba in Italia, parlando con i giornalisti a Catanzaro, con riferimento alla presenza, in Calabria, dallo scorso 23 gennaio, di un contingente di medici cubani reclutati a tempo determinato dalla Regione in base a una convenzione con la società “Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos” per sopperire alla carenza di personale negli ospedali calabresi. L’ambasciatrice Averhoff, a Catanzaro insieme a Mariela Castro, la figlia di Raul e nipote di Fidel parlamentare del Parlamento cubano, ha poi aggiunto: «Hanno permesso di mantenere aperti e di portare avanti il lavoro negli ospedali e nei pronto soccorso. Posso garantire che i 51 medici che sono qui in Calabria vogliono aiutare la sanità pubblica calabrese e collaborare con i medici e le strutture calabresi. Hanno ricevuto molto appoggio dalla popolazione calabrese e la popolazione calabrese è molto felice di averli qui, e hanno iniziato anche a capire il dialetto calabrese. Sono convinta – ha proseguito la Averhoff – che ci sarà una fratellanza tra il popolo del Sud e della Calabria e la nostra isola».
A sua volta Mariela Castro ha evidenziato: «Il senso politico di questa visita è la vicinanza solidale e amichevole tra i nostri popoli e i nostri governi, anche quando ci sono differenze di posizionamento politico i popoli si possono avvicinare per il benessere di tutti. Siamo qui – ha spiegato Mariela Castro – nella regione Calabria soprattutto per ringraziare il popolo italiano per la sua solidarietà di tanti anni verso Cuba e abbiamo ricambiato con la presenza dei medici quando qui si è prospettata la necessità di questo aiuto: Cuba è sempre stata disponibile con le sue risorse umane ad aiutare soprattutto nel campo della salute, della medicina, della ricerca, nel campo accademico. Noi siamo sempre a disposizione a portare la nostra esperienza ma anche a imparare dall’esperienza di altri paesi. Qui in Italia non si sta facendo una rivoluzione socialista come a Cuba ma ci sono esperienze molto importanti da cui possiamo imparare: penso all’esperienza dell’autonomia regionale e locale e nel campo della giurisprudenza. Ci sono cose che per noi sono importanti, qui – ha concluso Mariela Castro – c’è una storia importante dalla quale si può imparare, e c’è gente meravigliosa dalla quale si può imparare». (c. a.)
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