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Dalle minacce della ‘ndrangheta all’onorificenza in Quirinale. La «sorpresa» di don Panizza

Parla il sacerdote: «Il riconoscimento andava conferito a chi lavora insieme a me. Vogliamo una regione che dica no ai favori di mafiosi e potenti»

Pubblicato il: 25/02/2023 – 15:44
Dalle minacce della ‘ndrangheta all’onorificenza in Quirinale. La «sorpresa» di don Panizza

LAMEZIA TERME «Sono sorpreso, Questo riconoscimento doveva essere conferito non tanto a me, ma a tutto il gruppo di persone che insieme a me lavorano per il bene delle persone più deboli e disagiate». Lo dice all’Ansa don Giacomo Panizza, il sacerdote 75enne originario di Pontoglio (Brescia) ma da 50 anni in Calabria, al quale il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito l’onorificenza di “Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana”.
«Siamo impegnati quotidianamente – aggiunge don Giacomo – per il riconoscimento dei diritti dei più deboli. Cerchiamo di fare qualcosa per la libertà e per il futuro della Calabria. Il nostro impegno è finalizzato a costruire una regione con i piedi per terra che si rifiuta di dire grazie ai favori di mafiosi o altri potenti. Crediamo nella dignità delle persone che vogliono vivere senza essere costrette, per esempio, ad andare a migliaia di chilometri di distanza per inventarsi un’altra vita».
Don Giacomo Panizza, fin dal suo arrivo in Calabria, ha fondato a Lamezia Terme la comunità “Progetto sud” parte dell’attività della quale ha sede in un immobile confiscato alla ‘ndrangheta. Una scelta che è costata al sacerdote pesanti minacce da parte della criminalità organizzata, a causa delle quali a don Giacomo è stata assegnata una scorta. Nella motivazione del riconoscimento attribuitogli dal presidente Mattarella si sottolinea «l’impegno di don Giacomo Panizza, da tutta una vita, a favore dell’inclusione sociale attraverso una rete di volontariato che si occupa di individuare percorsi di recupero per persone in grave difficoltà. Progetto sud favorisce la diffusione di poli di inclusione e di integrazione fra soggetti differenti, curando e tutelando i diritti di cittadinanza. Radicata nel contesto calabrese, coopera con molte realtà italiane e straniere per potenziare il protagonismo dei diversi mondi vitali della società, accompagnando percorsi di “empowerment” di persone e gruppi vulnerabili. Negli anni ha ampliato la sua azione in attività di volontariato e di recupero di minori, tossicodipendenti, immigrati, malati di Aids, prostitute, poveri e bambini affetti da autismo». Don Giacomo è anche vicedirettore della Caritas diocesana. (Ansa)

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