Ultimo aggiornamento alle 13:02
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

la sfida

Pd, l’appello di Bonaccini da Reggio: «Da lunedì tutti uniti, l’avversario è la destra»

Il candidato alla segreteria dem: «Timori per condizionamenti esterni? Mi auguro di no». Il “niet” all’autonomia differenziata: «Irricevibile»

Pubblicato il: 25/02/2023 – 12:21
Pd, l’appello di Bonaccini da Reggio: «Da lunedì tutti uniti, l’avversario è la destra»

REGGIO CALABRIA «A me pare che un clima così civile da tanto tempo non si vedesse. C’è rispetto, amicizia. Ed è giusto che sia così, perché al netto di differenze che ci sono, altrimenti non ci saremmo candidati. Credo che debba essere così, perché da dopodomani dobbiamo tornare tutti insieme togliendoci le magliette che abbiamo indossato in questa campagna». Lo ha detto il candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini parlando a Reggio Calabria, a margine di una iniziativa in vista delle primarie del partito di domani. «Se io dovessi prevalere – ha aggiunto – chiederò ad Elly, ma anche agli altri due contendenti, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, se hanno voglia di darmi una mano, perché è così credo che ci si debba comportare. Vorrei ricordare che l’avversario è la destra, non qualcuno all’interno del Partito Democratico. Cosa che, purtroppo registro, si è verificata negli anni passati. E anche qui serve un cambio di passo».

«Speriamo voti tanta gente. Infiltrati? Mi auguro di no» 

«Sono gli elettori che decideranno – ha detto ancora Bonaccini –. C’è stato un ottimo risultato tra gli iscritti, ho superato il 50% con quasi venti punti di distacco, però quello era il primo era della partita. Il secondo tempo si gioca domani e speriamo che venga tanta gente e, ovviamente, spero di farcela». Riguardo al rischio di influenze esterne sul voto, Bonaccini ha spiegato: «Timori per il condizionamento di infiltrati sulle primarie? Ma no. Mi auguro proprio di no. Penso che dobbiamo viverla come una grande festa democratica e spero che tutto proceda regolarmente, senza condizionamenti esterni».

«Nuovo gruppo dirigente e salario minimo: ecco le prime mosse in caso di elezione»

Bonaccini ha illustrato poi le prime mosse in caso di elezione: «Costruire un nuovo gruppo dirigente, senza puntare l’indice contro nessuno, ci mancherebbe. Noi veniamo da troppi anni di sconfitte. E come è normale e fisiologico, bisogna che chi è ci ha portato alla sconfitta, debba, per una volta, andare in panchina, dopo tanti anni. L’altra cosa, invece, proprio politica, chiederei di andare davanti ai bar, nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nei mercati per raccogliere le firme per una legge di iniziativa popolare per introdurre il salario minimo legale, dove non arriva la contrattazione collettiva, che peraltro dobbiamo rafforzare».
«Noi – ha detto Bonaccini – abbiamo bisogno di ripartire dai territori dove abbiamo tanti amministratori locali, tanti dirigenti di partito che il proprio nome non lo si conosce, ma che hanno dimostrato valore. Anche perché noi, ricordiamocelo, governiamo più dei due terzi dei Comuni italiani e abbiamo la squadra più larga e allenata che nessun altro partito può mettere in campo. Poi vorrei che venisse cancellata in questo Paese la vergogna di troppe ragazzi e ragazzi, donne e uomini che lavorano a due-tre-quattro euro l’ora, senza alcuna tutela, che non è degna di un Paese civile».

«Autonomia differenziata, la proposta di Calderoli è irricevibile»

Sulla proposta di autonomia differenziata, Stefano Bonaccini ha detto che «la sinistra storicamente, in questo Paese, per prima ha voluto l’autonomia per dare più potere ai comuni e ai territori. Quella di Calderoli, invece, è profondamente sbagliata, irricevibile perché spaccherebbe in due il Paese, a cui opporsi duramente. D’altra parte, anche nel metodo c’è qualcosa di clamorosamente inaccettabile. Il ministro era venuto poco prima di Natale in Conferenza delle Regioni, io e tanti altri avevamo detto che era irricevibile e lui ha risposto dicendo che era solo una bozza di lavoro. Dopodiché hanno fatto un Consiglio dei Ministri perché serviva uno scalpo da dare alla Lega in vista delle elezioni in Lombardia. Una autonomia differenziata che rischia di lasciare i residui fiscali alle regioni del nord, significa secessione. D’altra parte, su scuola e sanità, rischi di creare le condizioni potenziali nel Paese dove ognuno si fa la sua pubblica istruzione».
Secondo Bonaccini, «autonomia differenziata significa definire i livelli essenziali di prestazioni perché tutti sappiano cosa gli spetta, significa colpire la burocrazia, tassa odiosa per cittadini, famiglie e imprese, e dare programmabilità certa agli investimenti. Perché oggi chi amministra un comune, una provincia o una regione, non sa mai quanto gli spetta, e in queste condizioni si fa fatica a programmare».

«Il Ponte sullo Stretto non mi sembra una priorità»

Bonaccini affronta anche la questione del Ponte sullo Stretto: «È un tema di cui si sente parlare da decenni. In Calabria e in Sicilia occorrono invece infrastrutture dei territori da sistemare. Perché si tocca con mano che per fare non troppi chilometri ci si mette delle ore. E quindi partire dalla garanzia dei collegamenti ferroviari e stradali, affinché siano più facilitati. Dopodiché possiamo discutere di qualsiasi cosa, ma a me, il Ponte sullo Stretto non sembra una priorità».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x