ROMA Il sovraffollamento in pronto soccorso rappresenta forse il problema per eccellenza della sanità italiana. Oltre ad essere causa di disagi e di reclami da parte degli utenti, è riconosciuto dalle società scientifiche come importante fattore di incremento del rischio clinico e di complicanze. Da un nuovo studio italiano, condotto dai geriatri della Società Italiana Geriatria Ospedale e Territorio – Sigot e della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria – Sigg, unico per la numerosità del campione esaminato, emergono dati significativi che smentiscono il luogo comune secondo cui gli accessi in pronto soccorso degli anziani siano più inappropriati di quelli dei giovani. Gli accessi degli anziani in ps sono appropriati quattro volte più che nei giovani, passando dal 10,7% della fascia 40-44 anni al 36,8% e al 44,2% nelle fasce d’età più avanzate. Un aumento dell’appropriatezza che si riscontra anche nei ricoveri, maggiormente giustificati negli anziani. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Geriatrics & Gerontology International e si basa sui dati Emur (Sistema Informativo per l’Emergenza e Urgenza) del ministero della Salute e prende in esame i 20.400.071 accessi al ps del 2015, corrispondenti a 335 ammissioni ogni mille abitanti.
Dallo studio Sigg-Sigot emerge che il fenomeno del sovraffollamento dei PS è strettamente legato all’invecchiamento della popolazione. «Gli accessi ai PS crescono progressivamente con l’età: su mille abitanti con più di 90 anni si riscontrano 500 accessi all’anno, mentre scendono intorno ai 200-250 nelle classi d’età inferiori – sottolinea il prof. Filippo Luca Fimognari, coautore dello studio e direttore della Geriatria e del Dipartimento Medico dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza – Inoltre, lo studio smentisce la diffusa percezione secondo cui gli accessi inappropriati in PS siano soprattutto di persone anziane: solo nel 10% dei casi si registrano ricoveri appropriati tra i giovani adulti, quattro volte in meno degli anziani. In altri termini, gli accessi aumentano con l’età, ma proporzionalmente cresce anche l’appropriatezza degli accessi. Un dato avvalorato anche dal fatto che negli anziani alla visita di PS segue spesso un ricovero e non il ritorno a casa. Ed anche l’appropriatezza del ricovero ospedaliero è più frequente negli anziani rispetto ai giovani, come dimostrano anche le successive diagnosi di dimissione dai reparti: lo studio ha dimostrato, per esempio, che l’insufficienza respiratoria acuta è la più frequente diagnosi dimissione nei soggetti con età = 75 anni in Italia. Talvolta si ritiene che l’ingresso degli anziani sia inappropriato, in quanto affetti da patologie croniche, ma proprio cronicità e fragilità rendono gli anziani clinicamente instabili, maggiormente vulnerabili, e pertanto più a rischio di quadri clinici acuti e gravi, spesso a presentazione atipica, che richiedono interventi tempo-dipendenti attuabili solo in ospedali attrezzati. In conclusione, possiamo affermare che una delle cause principali del sovraffollamento del PS sia l’aumento del numero assoluto di anziani in Italia (ogni anno vi sono circa 150mila ultra65enni in più rispetto all’anno precedente), a cui si associa una riduzione costante del numero di posti letto in ospedale, che andrebbero invece aumentati».
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