RIACE «Potrà succedere di tutto, ma dico dal profondo dell’anima che rifarei tutto quello che ho fatto». Lo ha ripetuto per mesi e continua a farlo anche dopo la condanna in primo grado a tredici anni e 2 mesi. Lo ripete pensando alle decine di migranti morti qualche ora prima in mare e ritrovati sulle coste crotonesi. Adesso Mimmo Lucano, l’ex sindaco del paese simbolo dell’accoglienza, attende il giudizio in secondo grado.
Contro di lui e altre persone l’accusa della Procura di Locri, attraverso l’inchiesta “Xenia”, di aver messo in piedi un vero e proprio sistema criminale per sfruttare i fondi destinati all’accoglienza per vantaggi personali.
«Riteniamo che l’inchiesta ed il processo sin dall’inizio abbiano assunto pericolose ed inaccettabili connotazioni politiche ed esprimiamo, su questa inquietante curvatura, il nostro totale dissenso, impegnandoci ad organizzare in tutto il Paese manifestazioni pacifiche e democratiche per fare sentire la nostra vicinanza a Mimmo e ai co-imputati, manifestando la nostra totale condivisione con una visione umanitaria che nei fatti ha portato a termine le più avanzate forme di partecipazione e solidarietà stabilite dalla nostra Carta costituzionale». Con queste motivazioni è stata organizzata per domenica mattina una manifestazione nel borgo di Riace. Presente, tra gli altri, anche Luigi de Magistris.
La petizione in sostegno dell’ex sindaco di Riace, hanno fatto sapere i promotori, ha raccolto centinaia di adesioni, tra cui quelle di Fiorella Mannoia e Vauro.
«Vorrei ringraziare tutti per il sostegno, anche i miei avvocati (Andrea Daqua e Giuliano Pisapia, ndr) che spontaneamente hanno voluto condividere con me sentimenti di umanità», ha detto l’ex sindaco di Riace, che si è commosso più volte durante il racconto della vicenda giudiziaria che lo vede protagonista. «Ma rifarei tutto quello che ho fatto, lo dico dal profondo dell’anima».
«La notizia della strage di migranti a Crotone ci ha sconvolti», ha detto Lucano ai microfoni del Corriere della Calabria, «il fenomeno della migrazione – ha aggiunto – è un fenomeno inarrestabile finché ci sarà un mondo di guerre, di armi, di forti disuguaglianze e di ingiustizie, finché ci sarà il regno della società del neoliberismo».
A chi dice che si devono chiudere i porti «vorrei dire di avere il coraggio di avere per pochi attimi la forza di immedesimarsi in chi vive condizioni di miseria e di fame, in chi subisce violenza, torture e guerre. Come si fa a non mettersi in viaggio e a non cercare luoghi di pace per la propria vita?».
«Bisogna avere costanza e tenacia», ha detto nel corso del suo intervento de Magistris, riferendosi al processo: «Se devo fare una previsione non so come andrà a finire, so solo che Mimmo non va strumentalizzato e usato. Mimmo – ha aggiunto – ha scritto la storia e non sempre la storia coincide con la legalità formale. Riace la conoscono in tutto il mondo e questa è storia. Tutti noi ci dobbiamo preoccupare di fare ogni sforzo per fare in modo che questa sentenza – ha detto ancora de Magistris in riferimento al processo in appello che si sta celebrando a Reggio Calabria – faccia avvicinare giustizia e legalità».
«C’è una responsabilità complessiva del governo e della maggioranza evidente. Qualche giorno fa hanno approvato definitivamente in Parlamento una legge disumana, incostituzionale, illegittima e criminogena, che punisce chi salva le vite umane. C’è una responsabilità enorme», ha dichiarato ai microfoni del Corriere della Calabria de Magistris riferendosi alla strage di migranti avvenuta a Crotone. «Questo governo – ha aggiunto – sta peggiorando una situazione già drammatica, con una Europa che invece di pensare agli esseri umani pensa alle bombe, ai carri armati, alle guerre. E intanto si processa Mimmo Lucano». «È una tragedia che colpisce una terra così martoriata come la Calabria. L’immagine di quella spiaggia, i morti, i bambini, è davvero è terribile. Non penso – ha concluso de Magistris – che il governo cambierà idea, hanno evidenziato chiaramente il loro modo di agire in violazione costante della Costituzione antifascista, e quindi antirazzista».
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