CUTRO Toccante intervista rilasciata in esclusiva al Corriere della Calabria da Antonio Ceraso, sindaco di Cutro. Il primo cittadino racconta la sua esperienza nel corso della terribile giornata di ieri, rimarcando il grande senso di sacrificio e solidarietà della sua comunità. «È una tragedia immane – ha detto Ceraso – chi ha assistito ed è stato presente, è stato toccato. È una cosa che almeno io mi porterò dietro per tutta la vita. Interpretando anche la volontà dei concittadini, per oggi ho decretato il lutto cittadino e alle 11 ci sarà un minuto di silenzio in tutte le attività. Questa vicenda ci ha toccato tutti, i miei concittadini hanno dimostrato di essere solidali. Nel contempo anche altri sindaci hanno decretato il lutto cittadino, c’è stata la solidarietà anche dei paesi della provincia. Ho chiesto infatti al presidente della provincia di farsi carico di chiedere ai vari sindaci la disponibilità dei loculi per poter fare la sepoltura di queste persone. Quindi c’è stato anche questo senso di solidarietà. Ho ancora sotto sotto gli occhi i corpi denudati dalle onde di uomini, donne, bambini, e poi le onde che restituivano al mare alcuni bambini e noi con il pronto intervento ma anche con il sostegno di cittadini comuni eravamo lì per tirarli fuori ed evitare che le onde li risucchiassero. Al di là della presenza che ci è stata tutta da parte delle forze dell’ordine, dello stesso questore, il colonnello dei carabinieri, erano lì molti cittadini che hanno partecipato con cuore a queste attività. Quindi, lo ripeto, c’è stato un grande segno di aggregazione di fronte a scene che una in genere pensa di vedere nei film e che ti lasciano un profondo. E chi le parla è stato per 22 anni comandante della polizia locale a Cutro e per 16 anni a quella di Crotone, quindi ne ho presto anche di certe attività. Ma mai come questa. Ora c’è anche la preoccupazione per il fatto che pare che ancora questo lungo e triste elenco non sia ha finito. Mancano credo all’appello almeno una trentina di persone e si spera che il mare le possa restituire proprio a beneficio delle povere famiglie che stanno soffrendo. C’è chi ha perso i figli o figli che hanno perso i genitori – ha concluso il sindaco di Cutro – quindi si tratta di persone che hanno bisogno anche un supporto psicologico. È gente provata, gente che non ha nulla. Noi partivamo per trovare lavoro, questa gente parte per disperazione e mettono a rischio quasi sempre la loro incolumità e quella dei propri figli. Tutto ciò la dice lunga su quello che loro vivono nelle loro comunità». (d.m.)
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