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l’intervista

Il sindaco di Roccella Jonica: «Conosciamo bene la rotta turca, mai avremmo pensato a una tragedia del genere»

Zito: «Qui 7000 migranti solo nel 2022. Abbiamo sempre lavorato in silenzio e senza lamentarci. La situazione peggiorerà»

Pubblicato il: 27/02/2023 – 11:52
Il sindaco di Roccella Jonica: «Conosciamo bene la rotta turca, mai avremmo pensato a una tragedia del genere»

ROCCELLA JONICA In esclusiva ai microfoni del Corriere della Calabria ha parlato anche Vittorio Zito, sindaco di Roccella Jonica, cittadina del Reggino colpita massicciamente nel 2022 dagli sbarchi di migranti. «Lo scorso anno – afferma Zito – sono arrivati qui da noi più di settemila migranti ma ormai sono due anni che viene richiesta maggiore attenzione sul sistema di salvataggio e di prima accoglienza sulla costa ionica calabrese che, lo ricordo, è quella più esposta ovviamente a questo tipo di migrazione, quella della cosiddetta rotta turca. Ma è una rotta che c’è sempre stata, Roccella è da ormai 10-15 anni che è interessato da questo fenomeno. Un fenomeno passato da 500 migranti salvati nel 2020 a circa mille e qualcosa nel 2021 a 7000 nel 2022. Tra l’altro i primi dicembre e gennaio di quest’anno il numero di sbarchi è 5 volte superiore al numero di sbarchi di dicembre e gennaio dello scorso anno. Il terremoto in Turchia certamente non limiterà le partenze e credo che aumenterà il fenomeno dei pescherecci. Questa rotta non usa normalmente pescherecci ma utilizza imbarcazioni a vela che vengono svuotate all’interno e quindi trasportano massimo 70-80 migranti. Invece questa di ieri è una delle poche volte in cui la traversata è avvenuta con un peschereccio. Ma viste le condizioni e il numero di migranti che partiranno da quelle terre, probabilmente saranno utilizzati sempre di più pescherecci. Si tratta di una rotta lunga e quindi pericolosa, da lì magari si parte col bel tempo e nel tragitto il tempo può cambiare in peggio. È una rotta che chiede uno sforzo di soccorso enorme che in Calabria è sempre stato fatto in silenzio, senza lamentarsi e senza riflettori. Però mai avremmo voluto che i riflettori si accendessero per una tragedia come quella di ieri». (d.m.)

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