L’incredibile storia questa volta arriva dalla Spagna. Precisamente dalle Asturie e dalla Cantabria, nel nord del Paese iberico. È accaduto che, rinnovando il parco treni, si sono accorti di aver comprato vagoni per pendolari, costati quasi 260 milioni di euro, risultati troppo grandi per passare nei tunnel. Ciò ha provocato le dimissioni della segretaria di Stato (cioè viceministra) per i Trasporti, la mobilità e lo sviluppo urbano Isabel Pardo de Vera e di Isaías Táboas, il presidente di “Renfe Operadora”, conosciuta anche come RENFE. È un’impresa pubblica spagnola, dipendente dal ministero dello sviluppo, che si occupa di trasporto di passeggeri e merci attraverso l’utilizzo della rete ferroviaria ADIF. È l’erede della vecchia Red Nacional de los Ferrocarriles Españoles, un’impresa creata nel 1941. Epperò. Con i suoi 3.567 chilometri quella spagnola è la seconda rete ferroviaria ad alta velocità più lunga al mondo. La distanza con la Cina è enorme, ma la Spagna detiene il record in Europa e continua a investire, grazie anche al sostegno Ue. Parafrasando un antico adagio, nella penisola iberica si potrebbe dire che tutti i treni veloci portano a Madrid. L’alta velocità, infatti, parte dalla capitale e si dirama nella nazione: l’obiettivo è collegare tutti capoluoghi di regione con la principale città spagnola. Durante la dittatura franchista i binari erano più stretti, a scartamento ridotto per non fare passare i treni “normali”.
*giornalista e scrittore
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