VIBO VALENTIA Ispezione ministeriale alla Prefettura di Vibo Valentia. L’ha disposta il Viminale con l’invio all’Ufficio territoriale di Governo di Vibo di ben cinque ispettori incaricati di controllare in particolare tutto il contenzioso antimafia e il monitoraggio degli enti locali del Vibonese. La Prefettura di Vibo sino al 23 febbraio è stata retta dal prefetto Roberta Lulli. In tale data il Consiglio dei ministri l’ha destinata a Roma alla direzione centrale dell’amministrazione generale presso il Dipartimento dei vigili del fuoco. L’ispezione arriva dopo che nella recente operazione antimafia della Dda di Catanzaro denominata Olimpo sono finiti fra gli indagati due funzionari della Prefettura di Vibo (di cui uno segretario del prefetto) ed un’impiegata che è risultata essere la cognata del boss della ‘ndrangheta di Tropea Tonino La Rosa, quest’ultimo arrestato. E proprio su Tropea ed in particolare sul mancato invio di una Commissione di accesso agli atti al Municipio di tale centro – al fine di accertare la presenza di eventuali infiltrazioni mafiose (l’ente era già stato sciolto nel 2016) – si era concentrato negli scorsi mesi anche il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, che aveva sollecitato (inascoltato) anche l’invio di un accesso agli atti alla Provincia di Vibo per via del rinvio a giudizio del suo presidente (Salvatore Solano) in un’inchiesta antimafia.
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