ROMA Nel corso del 2022, il Libano, a causa della grave situazione economico-finanziaria nazionale, si è attestato quale nuovo Paese di partenza di migranti sulla rotta del Mediterraneo orientale che vede anche la Calabria interessata dalla tratta. È quanto emerge dalla relazione annuale 2022 sulla politica dell’informazione per la sicurezza della presidenza del Consiglio dei ministri, secondo cui la rotta in questione è la «seconda opzione migratoria via mare per consistenza dei flussi dopo la rotta del Mediterraneo centrale». Qui le partenze avvengono principalmente dalla Turchia – crocevia anche per i transiti verso l’Europa lungo la rotta balcanica e, insieme alla Libia, uno dei più grandi bacini di migranti e rifugiati – nonché, nell’ultimo anno, dal Libano. Durante lo scorso anno, continua il rapporto, si «è confermato il trend in aumento del flusso verso le coste di Calabria, Puglia e Sicilia».
Il fenomeno è caratterizzato anche in questo caso dalla presenza di «organizzazioni criminali dedite al favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, principalmente curde e pakistane, con basi di supporto logistico nei principali Paesi di origine e transito dei migranti, la cui natura transnazionale rende complessa l’attivita’ di contrasto, cosi’ come nell’utilizzo, divenuto prassi, del web e dei social network da parte degli stessi sodalizi per pubblicizzare i viaggi e i relativi servizi».
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