CROTONE Crotone ha avvolto in un caloroso abbraccio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. È durata in tutto 45 minuti la visita “privata” del Capo dello Stato per rendere omaggio ai migranti vittime del naufragio di Cutro e per esprimere la vicinanza ai superstiti, soprattutto ai più piccoli, e ai loro familiari, ma sono stati 45 minuti di forte impatto e suggestione emotiva. Mattarella è stato accolto dal popolo pitagorico con uno scrosciante applauso e con un coro che chiedeva «giustizia per l’onore del paese e verità», nella consapevolezza che la richiesta non cadrà nel vuoto.
Dopo le tappe all’ospedale di Crotone e all’interno della camera ardente del Palamilone, Mattarella alle 12,05 è risalito in macchina per andare all’aeroporto da dove ha fatto rientro a Roma. Come era stata annunciato ieri, non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa. Quello che il presidente ha fatto, senza la presenza dei cronisti, è stato raccontato a margine dell’iniziativa dai rappresentanti delle istituzioni, che erano presenti all’interno delle strutture oggetto della visita.
Sono due le questioni sollevate dai profughi al presidente della Repubblica: la sepoltura dei defunti e gli aiuti che devono essere dati ai sopravvissuti per concludere il viaggio iniziato in Turchia. Sono anche due le problematiche da risolvere per quanto riguarda la sepoltura: quella che interessa i corpi identificati e quelli dei morti senza nome. Gli identificati dovrebbero essere trasferiti all’estero (o nei paesi di provenienza o in quelli di residenza dei parenti che stanno reclamando le salme), i non identificati potrebbero restare in Calabria. Secondo quanto riferisce il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, non dovrebbero esserci problemi, perché i soldi per il trasporto dei defunti all’estero dovrebbero esserci, mentre per i corpi senza nome i Comuni della provincia di Crotone hanno dato la disponibilità di loculi. La data dei funerali non si conosce ancora. Tanto il dolore davanti al Palamilone, soprattutto quando è arrivata in lacrime una giovane donna, scampata alla tragedia, che ha però perso due figli. Aiutata da un interprete, ha chiesto aiuto al sindaco di Crotone, perché «da due giorni è stata dimessa dall’ospedale e non ha ricevuto alcun aiuto». La donna porta sul volto i segni della tragedia e chiede ripetutamente aiuto. Il suo desiderio è quello di poter portare in Germania i corpi dei due figli. Il sindaco ha tranquillizzato la donna dicendole che «sarà fatto il possibile, perché la questione è stata posta anche a Mattarella».
Voce ha poi riferito di avere «ringraziato il presidente per essere venuto. Di rappresentanti delle istituzioni nazionali se ne sono visti ben pochi e Mattarella è un grande presidente. Mattarella ha pregato – ha continuato il sindaco di Crotone – ma soprattutto ha ascoltato le famiglie e le singole persone scampate alla furia del mare».
Le richieste rivolte a Mattarella hanno riguardato il trasferimento delle salme e la conclusione delle procedure per ottenere il permesso di soggiorno. Senza il permesso di soggiorno non potranno muoversi. «Il paradosso – ha aggiunto Voce – che queste persone potrebbero dovere riprendere il barcone per ricongiungersi ai familiari che sono in Germania o in altri stati».
Il giovane che ha fatto da interprete tra i familiari e Mattarella, il mediatore culturale Ranzi Labiri, ha detto che «i familiari hanno apprezzato molto la visita del capo dello Stato». Anche Ranzi Labiri ha confermato che «le richieste avanzate dai familiari sono state chiare e riguardano il rimpatrio delle salme e velocizzare le procedure per consentire a chi vuole andare in altri paesi di ottenere subito i permessi. Il presidente ha preso impegni che si occuperà subito della questione ed ha ribadito che gli afgani devono scegliere se stare in Italia o andare in altri stati». Il giovane interprete ha riferito anche della commozione degli Imam quando Mattarella si è soffermato davanti alle bare dei bambini.
Ad accogliere il Capo dello Stato anche il vescovo di Crotone, Raffaele Panzetta, ha chiesto che sia fatto chiarezza sulle cause che hanno provocato la sciagura. «La dignità della persona umana – ha sottolineato il vescovo Panzetta – in questa situazione, chiede che venga fatto tutto perché si riconosca la verità dei fatti. Io penso che non vi sia nessun desiderio di nascondere quello che è accaduto, in modo tale che le procedure vengano aggiornate e questi fatti non si riproducano più». Panzetta non è l’unico a chiedere chiarezza: anche il popolo di Crotone lo ha urlato oggi quando ha applaudito il suo presidente. (redazione@corrierecal.it)
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