MILANO «I cittadini possono dare dei segnali simbolici, come stanno facendo le persone della Calabria che portano fiori o giocattoli sulle bare dei bambini. Ogni simbolo va bene. Il governo deve agire un po’ oltre i simboli, il governo ha il potere di cambiare le cose». Così Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency, Gino Strada, e attivista, commentando l’ipotesi del prossimo cdm a Cutro, a margine della manifestazione milanese contro le politiche migratorie del governo. Secondo Strada, il governo «deve lavorare sui decreti flussi, per permettere alle persone di entrare legalmente e deve impegnare ogni suo sforzo nella ricerca del soccorso in mare. Dal governo non mi aspetterei simboli, i fiori possiamo portarli tutti, il governo deve agire. Mi viene difficile pensare che questo governo possa davvero aprire i canali di accesso sicuri e legali, visto che la campagna elettorale di questi partiti è da sempre basata sul “prima gli italiani, teniamo fuori gli stranieri”». Ceciclia Strada ha ricordato di essere a Milano «per dire “Basta morti in mare” e per aprire i canali d’accesso sicuri e legali perché è indecente che il nostro mar Mediterraneo sia diventato il più grande cimitero a cielo aperto del mondo». Secondo Strada le stragi in mare sono «il frutto del fallimento delle politiche europee» perché «se si impedisce alle persone di arrivare in Europa in modo sicuro e legale, quello che rimane sono i maledetti trafficanti e le rotte illegali e le morti in mare».
x
x