CATANZARO Per evitare il cosiddetto disimpegno automatico e quindi perdere consistenti risorse, nel 2023 la Regione Calabria dovrà letteralmente galoppare sul fronte della spesa dei fondi europei, accelerando a un ritmo mai raggiunto prima e sgomberando il terreno da (diversi) condizionali di troppo che ci sono sul cammino. È la stessa Regione a evidenziarlo nella risposta a un’interrogazione presentata dal capogruppo del Movimento 5 Stelle Davide Tavernise. Nella risposta, elaborata dall’assessorato regionale alla Programmazione guidato dall’assessore Marcello Minenna e data 24 febbraio 2023, si specifica infatti che «sulla base delle attuali stime, da riverificare e aggiornare nei prossimi mesi, sia Fesr sia Fse con ogni probabilità, a chiusura del Por, dovrebbero garantire il completo assorbimento delle risorse previste da vigente piano finanziario», e si segnalano «diversi elementi di criticità» da monitorare «attentamente» per non dire addio alle risorse. Una sfida piuttosto seria, e sicuramente una corsa a ostacoli, per la Regione, che dovrà spendere circa 800 milioni da qui alla fine dell’anno, e questo nel contesto di un’attuazione del Por che è ancora a poco più del 60%..
Nella relazione di risposta all’interrogazione di Tavernise, la Regione anzitutto fa il punto sullo stato di attuazione del ciclo di programmazione comunitaria: «Il Por Calabria Fesr Fse 2014-2020, con una dotazione complessiva pari a 2.260,5 milioni, è strutturato in 14 assi di cui 10 confinanziati dal Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) per un totale di 2.039,8 milioni, e 4 cofinanziati dal Fse (Fondo sociale europeo) per complessivi 339,1 milioni. I principali parametri finanziari del programma, alla data di elaborazione del presente documento, registrano i seguenti valori: costo ammesso delle operazioni selezionate 114%, impegni pubblici 84%. A fronte dei pagamenti sostenuti, per effetto della più recente domanda di pagamento, trasmessa dall’Autorità di Certificazione il 30 dicembre 2022, il valore complessivo delle spese certificate ammonta a 1.360 milioni circa (60,2%)».
Si ricorda poi che «il target di spesa previsto per l’annualità 2022 è stato superato on sei mesi di anticipo, per oltre 43 milioni, grazie alle nuove spese incluse nella domanda finale di pagamento intermedio del periodo contabile 2021-22, trasmessa dall’Autorità di Certificazione il 29 luglio 2022. Per effetto della successiva domanda di pagamento, valicata e trasmessa dall’Autorità di Certificazione, il 30 dicembre 2022, sono stati certificati ulteriori 65 milioni che hanno portato il valore cumulato della spesa certificata da 1.295 milioni circa a 1.360 milioni circa, consentendo di superare il target comunitario previsto di circa 100 milioni. Con l’obiettivo di assicurare un flusso regolare e omogeneo del processo di formazione della spesa, come già sperimentato negli ultimi 2 anni, nei prossimi 12 mesi di attuazione del programma – spiga la Regione – saranno predisposte almeno cinque nuove domande di pagamento. Ai fini della regolare chiusura del programma, a fronte della quota di cofinanziamento comunitaria prevista dal vigente piano finanziario, pari a 1.784,2 milioni, sarà necessario certificare ulteriori 612,4 milioni corrispondenti a una spesa totale pari a 776 milioni.
La Regione guarda ovviamente in avanti anche se ammette che il lavoro da fare è tanto. «Per il primo semestre del prossimo anno – si legge nella relazione – sono stimate nuove spese per oltre 459 milioni (di cui 341 milioni a valere sugli assi cofinanziati dal Fesr e 118 milioni a valere sugli assi cofinanziati dal Fse). Nella seconda metà del 2023 sono invece previste nuove spese per oltre 500 milioni di cui 416 milioni circa a carico del Fesr e 85 milioni a valere sugli assi cofinanziati dal Fse. Sulla base delle attuali stime, da riverificare e aggiornare nei prossimi mesi, sia Fesr sia Fse con ogni probabilità, a chiusura del Por, dovrebbero garantire il completo assorbimento delle risorse previste da vigente piano finanziario. A fronte di tali risultati, l’analisi del grado di assorbimento delle risorse di numerose azioni del Programma, elaborato sulla base dello stato di attuazione delle procedure avviate e di quelle prossimo avvio nonché delle relative risorse previste dal vigente piano finanziario, ha evidenziato la presenza di elementi di criticità che, ove non adeguatamente monitorate, potrebbero pregiudicare la regolare chiusura del Programma con conseguente perdita delle risorse. Si aggiungano inoltre due fattori che assumono un’importanza maggiormente significativa vista la prossima chiusura del Por: a)la flessione che storicamente le previsioni di spesa registrano, mediamente pari al 30%, b) il valore medio che la spesa ha registrato nei precedenti sei anni di attuazione del Por (dal 2017 al 2022) pari a 250 milioni, con il picco registrato nel corso dell’anno 2018 di oltre 300 milioni. Il grado di attendibilità delle previsioni di spesa – conclude quindi la Regione – sarà attentamente monitorato, anche attraverso la programmazione di specifici incontri con i settori regionali titolari delle procedure maggiormente critiche, al fine di valutarne il grado di attendibilità nel tempo e valutare, laddove necessario, l’adozione di specifiche azioni correttive in gradii di annullare o minimizzare il rischio di un mancato utilizzo di parte delle risorsa assegnate al Programma». (c. a.)
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