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La riflessione

«I morti di Cutro chiedono giustizia»

I 70 migranti morti in mare nel Crotonese, a Steccato i Cutro, vogliono giustizia. La magistratura non esclude un “incidente probatorio” per far luce sulla tragedia.Sulla terribile vicenda si sta …

Pubblicato il: 06/03/2023 – 11:00
di Franco Scrima*
«I morti di Cutro chiedono giustizia»

I 70 migranti morti in mare nel Crotonese, a Steccato i Cutro, vogliono giustizia. La magistratura non esclude un “incidente probatorio” per far luce sulla tragedia.
Sulla terribile vicenda si sta rischiando il grottesco. Tra le tante parole che si dicono si discetta anche di “viaggi” senza capirne il perché. Forse qualcuno ha pensato che fosse un viaggio da diporto, una gita turistica andata a male, piuttosto che un disastro dalle dimensioni incredibili.
Un modo di raccontare le cose che mal si adatta con l’immane disgrazia che ha tolto la vita a donne, uomini e bambini che, come tanti altri, cercavano di fuggire dalla miseria e dai soprusi, portando con sé la speranza di raggiungere un paese civile, un luogo nel quale costruire una nuova vita fatta, finalmente, anche di serenità.
Qualsiasi cosa si possa dire o pensare, erano persone che fuggivano dalla fame e dalla disperazione. E a chi scappa da quelle condizioni importa veramente poco sapere chi sono i responsabili delle imbarcazioni o se i mezzi di trasporto sono sicuri.
Comunque sia, questo è il risultato della “guerra” dichiarata negli anni passati alle “ONG” che solcavano il Mediterraneo per gli stessi motivi, ma al contrario delle “carrette” di oggi, erano quelle che offrivano sicurezza impiegando navi che potevano sfidare anche il mare in tempesta.
Ma ritorniamo all’oggi. Dopo la disgrazia di San Leonardo di Cutro interessa conoscere come si è mossa la macchina dei soccorsi perché sembra proprio che non siano gli scafisti gli unici responsabili della tragedia. C’è piuttosto da accertare quali iniziative sono state adottate dopo l’avviso lanciato alle strutture portuali di Crotone. Così come risulterebbe pleonastico insistere per capire come è accaduta la disgrazia. Si sa che c’erano “mare grosso” e un’imbarcazione, con un carico umano, non idonea ad affrontare la traversata del Mediterraneo per raggiungere le coste italiane senza difficoltà.
Questo è l’arcano che permane tra i calabresi: il sospetto di non essere stati in grado di salvare i naufraghi, portando loro gli aiuti necessari ed evitando che 70 persone a poche centinaia di metri dalla costa calabrese perissero travolti dai flutti, ad un tiro di schioppo dalla spiaggia di Steccato di Cutro.
Una realtà che fa male anche a chi non ha avuto modo di viverla da vicino, ma che ha ascoltato le parole del Presidente della Repubblica pronunciate quando è entrato nel Palazzetto dello Sport e si è trovato di fronte 67 bare. «Non possono lasciare nessuno indifferente – sono state le parole del Presidente –. L’Unione Europea deve assumersi in concreto la responsabilità di governare il fenomeno, sottraendolo a coloro che da esso traggono utili trafficando in esseri umani».
Intanto il Governo, tra silenzi e forse anche reticenze, è chiamato a dare risposte sull’accaduto. La Procura della Repubblica di Crotone, che ha affidato le indagini ai Carabinieri, è determinata a sentire in udienza i superstiti per poter ricostruire cosa hanno fatto gli scafisti, ma vuole anche capire sia perché non è stato possibile salvare tutti i profughi che erano sull’imbarcazione, sia perché non sono state inviati i mezzi idonei ad affrontare senza rischi il mare in tempesta. Si vuole, insomma, accertare se vi sono stati omissioni di soccorso.
Intanto il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce ha inviato una lettera aperta alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni nella quale scrive che la comunità crotonese colpita da un dolore enorme, ha aspettato un suo messaggio, una telefonata, un suo cenno. In questa settimana i crotonesi si sono stretti nel dolore per le vittime di una tragedia immane.
L’umanità probabilmente non farà risalire le classifiche della qualità della vita ma sicuramente rende orgogliosi di appartenere ad una comunità che ha saputo dimostrare come la solidarietà e l’apertura verso l’ìaltro siano valori inalienabili ed irrinunciabili.
Questo popolo – aggiunge il Sindaco – aspettava una testimonianza della presenza dello Stato, che è arrivata altissima dal Capo dello Stato. Ma è mancato il Governo, è mancata lei presidente. Allora le chiedo, se non ha ritenuto portare la sua vicinanza come presidente del Consiglio, venga a Crotone a portarla da mamma. Venga a condividere il dolore di altre mamme, dei figli senza più genitori; di donne, uomini, bambini che avevano una speranza ed ora non hanno neppure più quella. Perché quelle bare che non hanno ancora nome, non sono numeri.
*giornalista

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