CROTONE Alle tre e mezzo di notte di domenica 26 febbraio Aveva chiamato dal barcone il marito dicendogli «Amore mio, vedo la costa. Tra poco saremo finalmente insieme. Aspettami», invece pochi istanti dopo il barcone si schiantò contro la secca.
Oggi la salma di Swar Zrebi, 23 anni, l’unica tunisina morta nel naufragio di Steccato di Cutro tornerà in Tunisia, da dove la donna era partita fino a raggiungere la Turchia e partire da Smirne sul “Summer Love” insieme con altre 180 persone, tra cui tanti bambini. Voleva ricongiungersi con il marito siriano, che aveva sposato anni prima per procura. La bara lascia oggi il Palamilone di Crotone, dove è stata allestita la camera ardente, per raggiungere in nave il suo paese di origine, in Tunisia. È stato il marito a riconoscere il suo corpo, anche se tra mille difficoltà, visto che il mare e le onde alte hanno straziato il corpo della giovane moglie. L’ha riconosciuta in foto, solo grazie a un neo sul viso. Dopo il naufragio erano stati fatti molti annunci sui social, con la foto della ragazza. Ma alla fine il suo corpo è stato trovato, Senza vita. Swar voleva raggiungere il marito siriano in Germania, dove lui si era già stabilito, dopo la guerra. In Germania l’uomo era riuscito a trovare lavoro, ma aveva un solo desiderio: potersi ricongiungere con La giovane moglie con cui si era sposato, lasciata indietro. Voleva darle una casa, un futuro.
Il marito aveva trascorso diversi giorni, la scorsa settimana, a cercare la moglie, fra i vivi ma anche fra i morti. Alla fine l’aveva riconosciuta solo da un neo. In foto. E non ne era neppure tanto sicuro. Ma il neo era quello della moglie. Perché ai parenti restano solo quelle, le foto di corpi su cui il mare ha infierito. Nessun abbraccio, nessun saluto al corpo, già chiuso in una bara. Poi, quando ha avuto la certezza che quella ragazza nella bara fosse la moglie, ogni speranza è crollata. Oggi il “ritorno” della giovane tunisina nel suo paese. Da cui era fuggita per avere un futuro con l’amore della sua vita. (Adnkronos)
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