MILANO «Il trasferimento di Cospito in ospedale è una notizia che ci attendevamo ma è stata assunta repentinamente forse alla luce dei valori del potassio e per la rinuncia ad assumere gli integratori salvavita dopo il rigetto della Cassazione. Lui non ha vocazione suicida, sta facendo una battaglia per la vita, trascorrere anni al 41 bis è una “non vita”». È quanto ha affermato il difensore dell’anarchico in sciopero della fame, Flavio Rossi Albertini, a SkyTg24. Il legale ha riferito, inoltre, di avere parlato con il suo assistito ieri mattina quando era ancora nel carcere di Opera. «È certamente molto provato, è al 138esimo giorno di sciopero della fame ma è ancora lucido», ha aggiunto.
Ed intanto i membri del Comitato Nazionale di Bioetica condividono il «rifiuto di adottare misure coercitive contro la volontà attuale della persona» e «ritengono che non vi siano motivi giuridicamente e bioeticamente fondati che consentano la non applicazione della L.219/2017 nei confronti della persona detenuta, che, in via generale, può rifiutare i trattamenti sanitari anche mediante le Disposizioni Anticipate di Trattamento (Dat)». Lo indica lo stesso Comitato, che nella sua riunione plenaria del 6 marzo «ha approvato il documento di risposta ai quesiti del ministero della Giustizia presentati il 6 febbraio scorso».
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