LAMEZIA TERME “Coltiviamo capolavori”, l’approfondimento de L’altro Corriere Tv in collaborazione con Confagricoltura, dedicato alle aziende innovative, stasera ci porterà a Castrovillari e nella piana di Sibari per conoscere il gruppo Campoverde. Si tratta di una grande impresa, non solo nei numeri, nella superficie e nelle produzioni, ma soprattutto per la filosofia aziendale che ha messo in piedi con grandi sacrifici in questi anni. Oggi Campoverde Agricola costituisce un modello di organizzazione e di pianificazione della produzione in tutta l’annata agraria. Senza dimenticare il fiore all’occhiello dell’azienda, il Gruppo Ferrocinto, dedicato alla produzione enologica che all’interno del Parco del Pollino, si estende per 130 ettari con 50 dei quali coltivati a vigneto con uve a bacca bianca e rossa. Un vero e proprio marchio d’eccellenza per la Calabria, conosciuto ormai in Italia e oltre i confini nazionali. I vitigni più rappresentativi sono quelli autoctoni del territorio: il Montonico, il Greco Bianco, il Moscato e il Pecorello e tra i rossi il Magliocco Canino e Dolce, l’Aglianico e il Calabrese. Solo una piccola parte è piantata a Cabernet Sauvignon e Chardonnay. Nel corso dell’appuntamento che andrà in onda stasera alle 21 su L’altro Corriere Tv, canale 75, Saveria Sesto ospiterà Luigi Nola. «Sì – afferma Nola – nel 2010 la Campoverde ha deciso di investire anche nel settore del vino. Ovviamente, per farlo aveva la necessità di aggregare alcune produzioni, di soci della cooperativa. Soci già esistenti e anche di produttori che fossero in zone vocate. L’azienda Ferrocinto si trova all’interno di un comprensorio vocato, che è quello del Parco del Pollino. Noi siamo al di sotto della catena montuosa del Pollino. Quindi beneficiamo di questo microclima particolare, che è un clima diverso nella viticoltura rispetto a quello che avviene un po’ nella pianura. Un clima in cui non c’è bisogno per esempio dell’irrigazione, se non quella piovana. È un’azienda che si trova a 500 metri altezza al livello del mare e quello che colpisce e che ci ha lasciato anche speranzosi sul fatto che questo potesse essere un settore importante per le nostre aziende, è proprio il microclima che in queste zone si riesce ad ottenere perché per le vendemmie, per esempio, che avvengono ormai nel mese di agosto, il fatto di avere sbalzi termici importanti, agevola molto il nostro compito per la questione dei profumi e per quello che riguarda anche la qualità delle uve. Tutto ciò porta a un prodotto finale di altissima qualità».
«La nostra – ha affermato ancora Nola – è un’esperienza che esiste ormai da circa tre generazioni, perché l’inizio dell’attività risale agli inizi del ‘900. Sostanzialmente proveniamo tutti da famiglie di agricoltori. Negli anni ovviamente il gruppo si è specializzato in varie produzioni. La piana di Sibari è sempre stata molto fertile, quindi sarebbe stato un peccato utilizzarla soltanto come si faceva un tempo. Noi rappresentiamo di fatto una terza generazione rispetto alle cose che sono state fatte negli anni dai nostri genitori e dagli agricoltori in generale della piana di Sibari, che hanno tenuto molto al territorio e alla sua salvaguardia. Hanno fatto sì che questi terreni così fertili fossero coltivati con passione, con determinazione nonostante le tante difficoltà».
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