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Il cuore grande della Calabria e la gestione «approssimativa» della tragedia

A L’altra Politica il vescovo di Lamezia Parisi punta sull’accoglienza. Le accuse del giornalista Paolo Pagliaro al centrodestra

Pubblicato il: 08/03/2023 – 19:25
Il cuore grande della Calabria e la gestione «approssimativa» della tragedia

LAMEZIA TERME Nuovo appuntamento con L’altra Politica, l’approfondimento settimanale in onda questa sera alle 21 sul canale 75 de L’altro Corriere tv. Ospiti di Danilo Monteleone e Ugo Floro, Paolo Pagliaro, direttore dell’agenzia 9colonne ed editorialista de La7, e Monsignor Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme. Al centro della discussione la tragedia di Steccato di Cutro, a proposito della quale netto e tranciante è stato il giudizio proprio di Pagliaro che ha parlato di «gestione approssimativa e crudele della tragedia da parte della destra».

Pagliaro: «Italia tra i paesi meno ospitali del Vecchio continente»

Il direttore di “9colonne” ha in particolare criticato l’atteggiamento del ministro dell’Interno Piantedosi, ma ribaltando lo stereotipo che lo dipinge come burocrate. «Non è così – afferma Pagliaro – se analizziamo bene infatti  le condotte di Piantedosi emerge un suo essere politico molto accentuato, d’altro canto non dimentichiamo la sua vicinanza a Salvini per esserne stato anche il capo di gabinetto ai tempi dei famigerati decreti sicurezza». Pagliaro ha una sua visione anche nel rapporto tra l’Italia e l’Europa, «il quale deve certamente cambiare nell’atteggiamento della commissione europea, ma sul piano della ospitalità non dimentichiamo che dati alla mano siamo tra i paesi meno ospitali del vecchio continente».

«In Calabria spirito profondo di accoglienza»

Monsignor Serafino Parisi, invece, ha ricordato la sua opera di sacerdote di Steccato di Cutro «cui sono rimasto profondamente legato, insieme a tutte quelle persone che sono intervenute per prime il giorno della tragedia e che ci restituiscono intatto il senso di una sofferenza immane perché hanno pianto e continuano a piangere quei morti come fossero loro familiari». In questo, secondo il presule, «c’è anche lo spirito profondo dell’accoglienza delle nostre genti che affonda le proprie radici in una cultura millenaria, che si rinnova anche ai tempi di oggi con dimostrazioni di solidarietà e di integrazione straordinarie». Anche da qui, secondo il vescovo di Lamezia Terme, si deve partire per costruire una società aperta e inclusiva, che tenga conto della ricchezza della diversità. «Del resto, chi meglio di noi calabresi sa come bussare ad una porta per essere ospitati e conquistarsi la fiducia e l’affetto degli altri?».

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