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il processo

L’appuntamento “mancato” dal cugino di Isabella Internò la sera della morte di Bergamini

Gino Chiappetta: «Il lunedì successivo mi disse che era andato con lo zio dai carabinieri». Acquisite le sit dei testimoni di giornata

Pubblicato il: 08/03/2023 – 12:54
di Francesco Veltri
L’appuntamento “mancato” dal cugino di Isabella Internò la sera della morte di Bergamini

COSENZA I fratelli Franco e Gino Chiappetta sono stati coinvolti nella vicenda legata alla morte di Donato Bergamini per la loro amicizia con la famiglia di Isabella Internò, unica imputata del processo sulla morte dell’ex calciatore del Cosenza calcio. Soprattutto il legame stretto con Roberto Internò, cugino di Isabella, in passato è stato analizzato in maniera approfondita dagli inquirenti, in riferimento soprattutto al possibile utilizzo di una Mercedes di colore scuro (particolare emerso dalle dichiarazioni del camionista Francesco Forte, presente sul luogo della tragedia) di proprietà, nel 1989, di Franco Chiappetta. Oggi, i due fratelli, sono stati sentiti per pochissimi minuti nel corso del processo in Corte d’Assise al tribunale di Cosenza. Solo pochi minuti perché la presidente Paola Lucente, in accordo con il pm Luca Primicerio e gli avvocati di parte Anselmo e Pugliese-Marzocchi, ha deciso di acquisire le precedenti dichiarazioni rilasciate dai Chiappetta nel 2019 alla procura di Castrovillari, in cui emerge che la Mercedes nera non è mai stata prestata a Roberto Internò. Nonostante l’acquisizione delle sit, il pm ha posto ugualmente qualche breve domanda ai teste di giornata. «Quel giorno (sabato18 novembre 1989, ndr) – ha ricordato Gino Chiappetta – terminato il lavoro, dissi a Roberto Internò che ci saremmo visti più tardi in paese per una pizza o un aperitivo, come accadeva spesso. Io all’epoca aveva un impianto di calcestruzzo a Spezzano Piccolo e lui lavorava insieme a me. Quella sera, però, Roberto non si è presentato. Ci siamo rivisti in azienda soltanto il lunedì successivo, io non sapevo niente di quello che era accaduto. Me lo disse proprio Roberto, rivelandomi di essere dovuto partire improvvisamente con lo zio per andare a prendere la cugina (Isabella, ndr) dai carabinieri a Montegiordano. Mi disse che Bergamini era riverso a terra con parte dell’intestino di fuori. Mi raccontò anche che gli si era rotta l’automobile e che doveva farla aggiustare. Null’altro». Franco Chiappetta ha confermato il racconto dell’automobile, aggiungendo però che Roberto Internò «non mi ha mai detto come e dove si era rotta». Dopo i fratelli Chiappetta, sul banco dei testimoni è salito Mario D’Ippolito, socio e commercialista del cinema Garden, che Bergamini, la sera del 18 novembre 1989, lasciò improvvisamente per partire alla volta di Roseto Capo Spulico insieme a Isabella Internò. Pur essendo state acquisite anche le sue precedenti dichiarazioni, a D’Ippolito sono state mostrate alcune foto recenti della struttura rendese, gestita in quegli anni dal padre. «Dal 1989 ad oggi – ha evidenziato l’uomo segnando sulle foto stesse i punti esatti dell’uscita della galleria e della cassa – non è cambiato granché». La prossima udienza del processo è stata fissata per il 16 marzo. Verranno ascoltati gli ex dirigenti del Cosenza calcio Lamacchia, Serra, Covino e Pagliuso.

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