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«Perché l’8 marzo si celebra la donna?»

Di retorica è pieno il mondo e quanti di noi in corrispondenza dell’8 marzo hanno detto o hanno sentito dire la frase “le donne vanno festeggiate tutti i giorni e non solo l’8marzo”?. Ma ci siamo …

Pubblicato il: 08/03/2023 – 12:26
di Domenico Lo Duca
«Perché l’8 marzo si celebra la donna?»

Di retorica è pieno il mondo e quanti di noi in corrispondenza dell’8 marzo hanno detto o hanno sentito dire la frase “le donne vanno festeggiate tutti i giorni e non solo l’8marzo”?. Ma ci siamo mai soffermati a pensare del perché sia stata istituita la “Giornata Internazionale della Donna”? Di quanta storia e quante battaglie ci siano dietro ad un giorno come questo? Proviamo a fare un po’ di chiarezza. Partiamo dalle origini, 1907 VII Congresso a Stoccarda. Ad esso parteciparono i più importanti rappresentanti del pensiero marxista tra cui Lenin. In quella sede vennero trattati, oltre al problema dell’atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea e al tema del colonialismo, per la prima volta anche la questione femminile e la rivendicazione del voto alle donne. In particolare su quest’ultimo argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale i partiti socialisti si impegnavano a lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne (Il diritto di voto alle donne fu introdotto nella legislazione internazionale solo nel 1948 quando le Nazioni Unite adottarono la Dichiarazione universale dei diritti umani, mentre in Italia nel 1945). Tuttavia,  la decisione contenuta nella risoluzione di escludere ogni alleanza con le femministe borghesi non venne accolta con favore da tutti, tant’è che negli Stati Uniti la socialista Corrine Stubbs Brown scrisse, nel febbraio del 1908, sulla rivista The Socialist Woman, che il Congresso non avrebbe avuto «alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione». Fu la stessa Corrine Stubbs Brown a presiedere, il 3 maggio 1908, causa l’assenza dell’oratore ufficiale designato, la conferenza tenuta ogni domenica dal Partito socialista di Chicago: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata «Woman’s Day», il giorno della donna. In essa si discusse dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne. Quell’iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell’anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali di riservare l’ultima domenica di febbraio all’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile. Fu così che negli Stati Uniti venne istituita ufficialmente la prima giornata della donna che fu celebrata il 23 febbraio 1909.  Le delegate socialiste americane, forti dell’ormai consolidata manifestazione della giornata della donna, proposero alla seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi nella Folkets Hus (Casa del popolo) di Copenaghen nel 1910  di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne, ma ciò non avvenne. Mentre negli Stati Uniti continuò a tenersi l’ultima domenica di febbraio, in alcuni paesi europei come Germania, Austria, Svizzera e Danimarca, la giornata della donna si tenne per la prima volta domenica 19 marzo 1911 su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste.  La manifestazione non fu ripetuta tutti gli anni, né celebrata in tutti i paesi: in Russia si tenne per la prima volta a San Pietroburgo solo nel 1913, su iniziativa del Partito bolscevico, con una manifestazione nella Borsa Kalašaikovskij, e fu interrotta dalla polizia zarista che operò numerosi arresti.  Le celebrazioni furono interrotte in tutti i paesi belligeranti negli anni seguenti allo scoppio della prima guerra mondiale, avvenuto nel luglio 1914.  A San Pietroburgo, l’8 marzo 1917 (il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore in Russia) le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo ormai completamente screditato e privo anche dell’appoggio delle forze armate, così che l’8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l’inizio della Rivoluzione russa di febbraio. Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell’apertura del III congresso dell’Internazionale comunista, fissò all’8 marzo la «Giornata internazionale dell’operaia». In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d’Italia, che la celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all’ormai fatidico 8 marzo.  Tuttavia, la forte connotazione politica a cui era legata la Giornata della donna nelle sue prime manifestazioni, unitamente alle vicende della seconda guerra mondiale e il successivo isolamento politico della Russia e del movimento comunista nel mondo occidentale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Arriviamo ai giorni nostri dove la data dell’8 marzo viene associata alla morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York], facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini, in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica). Il 16 dicembre 1977, con la risoluzione 32/142, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite propose a ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all’anno dededicato alla “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale” (“United Nations Day for Women’s Rights and International Peace”) e di comunicare la decisione presa al Segretario generale. Adottando questa risoluzione, l’Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l’urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese. L’8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi paesi, fu scelta come la data ufficiale da molte nazioni. In ultimo, vi siete mai chiesti perché la mimosa viene usata come simbolo per questa ricorrenza?  Il simbolo è tutto italiano, ed è legato alla celebrazione del primo 8 marzo post seconda guerra mondiale. Furono le partigiane Teresa Noce, Rita Montagnana (moglie di Palmiro Togliatti) e Teresa Mattei a proporlo in quanto fiore povero e reperibile da qualsiasi parte, simbolo di forza, luminosità ed energia delle donne. L’8 marzo quindi non è una banalità, una giornata come le altre, ma è un faro nelle pieghe della storia posto a memoria della forza delle donne, che con caparbietà e perseveranza seppero volgere una società prettamente maschilista, a società ugualitaria. Sul fronte della parità tanto e stato fatto, ma tanto altro ancora c’è da fare. Per questo la Giornata Internazionale della Donna ha ancora senso di essere per ricordarci dove eravamo e quanta strada ancora abbiamo da fare. 

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