MILANO Sono la Novara Scarl, con sede in provincia di Torino e la Immobiliare Cave Sabbia di Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano, con alcuni loro dipendenti, gli indagati nell’inchiesta coordinata dal pm della Dda milanese Silvia Bonardi che ha portato al sequestro preventivo per un importo fino a oltre 8 milioni di euro e al sequestro del cantiere di un nuovo tratto della tangenziale di Novara. Oltre alle due società, sono indagati a vario titolo tre top manager di Novara Scarl, un raggruppamento temporaneo di imprese che si è aggiudicata l’appalto, il titolare e tre dipendenti dell’immobiliare. Nei due decreti emerge come l’amministratore e legale rappresentante dell’immobiliare, insieme a un suo dipendente, avrebbero conferito nel cantiere Anas (parte lesa) di Novara materiale edile con una marcatura Ce da ritenersi mendace procurandosi un “ingiusto profitto pari a 2.162.230 euro ovvero al totale delle vendite dei prodotti fomiti alla Novara Scarl con conseguente danno per la stazione appaltante Anas, in relazione al cantiere Anas concernente i lavori di completamento e ottimizzazione della Torino-Milano con la viabilità locale mediante l’interconnessione tra la Ss 32 Ticinese e la Sp 299 tangenziale di Novara. Lotto 0 e Lotto 1”.
Gli imprenditori coinvolti nell’inchiesta per traffico illecito di rifiuti della Direzione distrettuale antimafia di Milano erano in “rapporti professionali” con Pietro Paolo Portolesi, l’autista della ‘ndrangheta in passato factotum del boss del narcotraffico Pasqualino Marando, coinvolto in numerose inchieste giudiziarie con l’ultimo arresto nel 2022 per gli appalti all’Ortomercato di Milano e lo smaltimento di rifiuti prodotti nel cantiere di Scalo Romana a Milano dove si sta realizzando il futuro villaggio olimpico per Milano-Cortina 2026. Da indagini e intercettazioni sarebbe emerso che l’imprenditore Lavatelli, in accordo con Portolesi, faceva attribuire il codice “costruzione/demolizione” ai rifiuti prodotti nei cantieri nonostante sapesse “che si trattasse di terre”. Lavatelli, discutendo al telefono di quanto avrebbe dovuto pagare Portolesi per il ritiro dei rifiuti, dice: “L’euro in più te lo do non è un problema” ma “è terra Pietro quella lì, non sono macerie’. Si sente rispondere: “Non posso permettermi di fare scontistiche, poi non ci sto dentro con quello che devo fare”. Portolesi fu coinvolto nel 2007 nell’operazione “Minotauro” della Dda di Torino in quanto membro con la dote di “Santa” della locale di ‘ndrangheta di Volpiano, arrestato dalla Questura di Milano nel 2013 per turbativa d’asta e intestazione fittizia di beni e infine messo ai domiciliari nel 2022 con il sequestro delle quote delle società Medi-Opere e Legnano Ecoter
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