ROMA Tutto da rifare. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della procura di Catanzaro avverso la decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro che aveva revocato gli arresti domiciliari al sindaco sospeso di Rende, Marcello Manna. Gli ermellini hanno, dunque, annullato con rinvio l’ordinanza del Tdl. Manna è stato coinvolto nel terremoto giudiziario che ha scosso la città di Rende. Un’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro e denominata “Reset”. L’inchiesta mira a far luce su illeciti commessi nella gestione del Comune di Rende. Marcello Manna è accusato di voto di scambio e corruzione aggravati dal metodo mafioso. A settembre scorso Manna è stato posto ai domiciliari. Le esigenze cautelari, erano, secondo il gip, «desumibili dalle modalità del fatto (aver stretto un patto di scambio elettorale politico-mafioso con membri apicali della criminalità organizzata) e dalla personalità dell’indagato che, seppur incensurato, ha dimostrato predisposizione a delinquere scendendo a patti con membri di un’associazione mafiosa, in particolare col gruppo D’Ambrosio». La Dda cita, a supporto della tesi, le dichiarazioni del pentito Adolfo Foggetti, che «costituiscono un ulteriore elemento a fondamento della sussistenza delle esigenze cautelari, evocando contatti duraturi nel tempo con la criminalità organizzata cosentina». Manna è anche accusato di essersi adoperato con il gruppo D’Ambrosio per la gestione del palazzetto dello sport di Rende. (f.b.)
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