REGGIO CALABRIA Un altro durissimo colpo quello inferto dai Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro, a conclusione di indagini coordinate dalla Dda della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, con l’arresto di 49 persone, l’assetto funzionale per gli inquirenti della potente cosca di ‘ndrangheta dei Piromalli. Nel blitz sono finiti boss e luogotenenti anche della cosca Molé che, proprio con i Piromalli e a distanza di 15 anni dall’omicidio di Rocco Molé e alla vigilia della scarcerazione Pino Piromalli detto “Facciazza”, si erano riavvicinate. Una pace suggellata proprio in un summit organizzato il 3 dicembre 2020 all’interno del cimitero dove si è discusso delle dinamiche e degli equilibri mafiosi tra i due clan e della ripartizione delle estorsioni.
Agli arresti domiciliari con l’accusa di estorsione sono finiti anche Maria Martino e Grazia Piromalli, rispettivamente moglie e figlia del boss Pino “Facciazza”. La prima si sarebbe fatta consegnare da due imprenditori un piatto doccia, due condizionatori e una caldaia che le servivano perché stava ristrutturando casa in vista della scarcerazione del marito. Una terza vittima, invece, è stata costretta a consegnarle diversi quintali di legna da ardere. Grazia Piromalli avrebbe avuto un ruolo in un’altra estorsione in cui un soggetto, non identificato, avrebbe consegnato alla cosca una mazzetta da 25mila euro.
L’operazione di oggi, però, ha portato agli arresti domiciliari anche un finanziere e un parroco. Si tratta di Salvatore Tosto che, assieme alla moglie (tra gli indagati), è accusato di aver rivelato a un uomo del clan, Cosimo Romagnosi, tra gli arrestati, l’esistenza di un’indagine a suo carico. Il prete finito ai domiciliari su disposizione del gip è, invece, don Giovanni Madafferi, parroco della chiesa “Santa Maria Assunta” di Castellace. Per la Dda di Reggio Calabria, infatti, avrebbe «attestato falsamente, in certificati destinati a essere prodotti all’autorità giudiziaria, qualità personali, rapporti di lavori in essere o da instaurare relativi ad un soggetto imputato che avrebbe in tal modo dovuto beneficiare dell’affidamento in prova».
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