Il segretario generale della CISL, un calabrese, Sbarra, ha rilasciato una bellissima, splendida intervista sull’Avvenire. In questa intervista, Sbarra recupera gran parte del novecento solidale e cattolico lanciando la proposta di una partecipazione dei lavoratori agli utili e alla gestione delle aziende ma anche, non è certo un mistero, la dottrina sociale del fascismo e l’ossatura del corporativismo.
Non a caso, fu Amintore Fanfani, allievo di Ugo Spirito e di Padre Agostino Gemelli, a portare in Costituzione l’articolo 46 cui fa riferimento Sbarra, che disciplina la partecipazione. Un istituto rimasto lettera morta, nonostante fosse stato scritto da “fascisti” nella Costituzione antifascista, al punto che puntualmente, ad ogni inizio legislatura i parlamentari dell’allora MSI depositavano regolarmente le proposte legislative per la sua attuazione.
In un periodo caratterizzato nuovamente dalla contrapposizione effimera su fascismo e antifascismo la proposta di Sbarra dovrebbe suscitare polemiche ma in realtà essa è scritta nelle politiche di superamento tra capitalismo e socialismo. Ce lo ricorda un illustre economista, Roberto Guida, ordinario al Campus Bio-medico di Roma, come possibile ricetta economica di sviluppo e come vera trasformazione del lavoratore in soggetto.
Le insidie moderne sono costituite dalla tecnocrazia e da una politica industriale globale incerta. Lo scrive Giovanni Paolo II nell’enciclica Sollecitudo rei socialis.
E il rilancio di un’azione forte dal basso per una stagione di riforme mette in crisi anche la CGIL che dovrebbe dire no a una proposta che conferisce dignità esclusiva al lavoratore oppure sì, in pieno periodo di revanche, a un’idea che nasce nel cuore del fascismo.
Fanfani da piccolo grande uomo si batté come un leone in Costituente, sottraendo a Togliatti l’egemonia dell’ incipit della costituzione ma in realtà, come è ovvio, anche parte del PCI risentiva degli influssi sociali del regime. Che oggi appaia come moderna una formulazione antica conferma che la qualità della socialità si misura attraverso la sua applicabilità e non da stereotipi sbagliati. Per questo Sbarra merita un applauso.
*giornalista
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