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Bufera su Meloni e Salvini: «Cantano al karaoke, ma a Cutro non omaggiano le vittime»

Polemiche dopo la pubblicazione di un video in cui la premier e il vice si esibiscono nella “La canzone di Marinella”

Pubblicato il: 11/03/2023 – 17:36
Bufera su Meloni e Salvini: «Cantano al karaoke, ma a Cutro non omaggiano le vittime»

Polemiche dopo la pubblicazione di un video in cui si vedono la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il vicepremier Matteo Salvini cantare al karaoke ed esibirsi sulle note di uno dei brani più noti di Fabrizio De Andrè, “La canzone di Marinella”, durante la festa per i cinquant’anni del segretario della Lega. Su Twitter la capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, per commentare la scena, ha citato i versi finali di una poesia di Eugenio Montale, “Non chiederci la parola che squadri da ogni lato”: «Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo».
«Ieri è stata una giornata molto dolorosa per tutti noi, abbiamo sepolto alcune bare, anche una bambina. Devo dire che sono rimasto molto colpito dalle immagini che ho visto sia della conferenza stampa del governo, sia del karaoke di Salvini e Meloni, che non hanno voluto incontrare i familiari né portare omaggio alle bare, ma hanno trovato il tempo per festeggiare i 50 anni del ministro Salvini», ha detto Matteo Lepore, sindaco di Bologna, la città dove ieri si è celebrato il funerale per alcune delle vittime del naufragio di Cutro. «Ho ancora bisogno di qualche giorno – ha aggiunto Lepore – per capire quali sono le parole più adatte per commentare una scena di questo tipo».

Le critiche di Lucarelli e Giannini

«I due cristiani Meloni e Salvini non vanno a Cutro a pregare davanti alle bare, ma a Cutro senza volerle vedere – ha scritto su Twitter la giornalista Selvaggia Lucarelli -. E poi la sera un po’ di karaoke al compleanno di Salvini, cantando la canzone di Marinella, ispirata alla storia di una emigrata calabrese trovata morta in un fiume». «Cantano la “pieta”‘, col poeta degli Ultimi. Nel giorno sbagliato. Nel posto sbagliato», il pensiero su Twitter del direttore della Stampa, Massimo Giannini.

Il senso della canzone di De Andrè


De Andrè nel 1964 scrisse la canzone ispirato da un fatto di cronaca avvenuto undici anni prima, l’uccisione di una prostituta uccisa e abbandonata in un fiume. Anni dopo è stato ricostruito che quella donna si chiamava Maria Boccuzzi, emigrata dal paesino calabrese di Radicena a Milano. Qui, dopo aver lavorato come operaia, cercò invano gloria nel mondo dello spettacolo, finendo su una strada tribolata e morendo a 33 anni, ritrovata cadavere il 28 gennaio 1953 nel fiume Olona, alla periferia della città.

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