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La tragedia dei migranti

Cutro capitale del dolore. In 5mila per non dimenticare la strage. «Questo premier non vi rappresenta» – FOTO E VIDEO

«Mai più stragi». Ad aprire il corteo alcuni famigliari delle vittime. Manifestazione preceduta dalla croce realizzata con il legno del barcone. Una trentina gli autobus giunti dal Sud e dal Centro…

Pubblicato il: 11/03/2023 – 14:35
Cutro capitale del dolore. In 5mila per non dimenticare la strage. «Questo premier non vi rappresenta» – FOTO E VIDEO

CUTRO «Il primo ministro non ha avuto il coraggio di venire a darci le condoglianze. Questo primo ministro non vi rappresenta. Non ho trovato differenze tra i talebani e il governo attuale italiano». Le parole durissime di uno dei sopravvissuti alla strage di migranti risuonano sulla spiaggia di Steccato di Cutro. È lì che arriva il corteo che chiede di fermare le stragi nel Mediterraneo. Lì dove, ogni giorno, il mare restituisce un corpo: bambini, adulti, donne recuperati nel “cimitero liquido”. I famigliari delle vittime si sentono abbandonati dalle istituzioni, ma non dai calabresi. «Ringrazio il popolo civile, calabrese, crotonese. Hanno pianto accanto a noi, ci sono stati accanto tutto il tempo». Il tempo del dolore per alcuni non finirà mai. Chiedono verità, rispetto e giustizia. E più considerazione dallo Stato italiano. Chiedono anche scusa, con grande compostezza, per la manifestazione di giovedì scorso: «Abbiamo bloccato le strade perché nessuno ci ascoltava. Vogliamo che le ricerche vengano rafforzate, non possiamo restare qui ad aspettare che il mare spinga a riva i cadaveri dei nostri cari».

Almeno 5mila i partecipanti al corteo

“Mai più stragi di migranti nel Mediterraneo”. È quello che si legge si uno dei manifesti che aprono il corteo, partito pochi istanti fa a Steccato di Cutro, per ricordare le vittime del naufragio del 26 febbraio scorso. Ad aprire la manifestazione, dietro allo slogan della “Rete 26 febbraio”, sono alcuni dei famigliari delle vittime del naufragio. Sono almeno 5mila i partecipanti.
Il corteo attraversa le stradine della frazione Steccato e si dirige verso la spiaggia dove domenica 26 febbraio è avvenuto il naufragio dei migranti. Fra le persone presenti alla manifestazione, Cecilia Strada, figlia di Gino Strada, Luigi De Magistris, ex sindaco di Napoli, la parlamentare 5 Stelle Anna Laura Orrico e l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano. Tra gli striscioni portati dai manifestanti uno recita: «Cutro, la strage è di Stato, difendete le persone non i confini».

Lucano: «A volte mi vergogno di essere occidentale»

«Questa croce è il simbolo della sofferenza oggi – ha detto Lucano –. È istintivo essere qui. C’è una piccola comunità a Riace che è rimasta sconvolta. Certe volte ci penso e mi vergogno di essere un cittadino occidentale. Quando ci sono queste fasi emergenziali, le comunità calabresi sono scosse e prevale subito quello spirito di solidarietà che non dimostra il governo. Sono anni e anni che imperversano, che si tenta di colpevolizzare e di criminalizzare le Ong, i salvataggi, chi si occupa di solidarietà. Per loro il paradigma è all’opposto. A Riace non c’era un’utopia era l’istinto della normalità. Quando ci sono emergenze, degli sbarchi, è un fatto normale. Non è normale tergiversare o dire che la responsabilità è di uno o di un altro e quel tempo diventa letale come è successo».

Cecilia Strada: «La politica rinsavisca»

«Oggi siamo qui per far sentire alle autorità la voce della società civile», dice Cecilia Strada, di Emergency. «Noi abbiamo presentato insieme ad altre associazioni un esposto alla Procura della Repubblica affinché la magistratura faccia luce sui ritardi che hanno provocato la morte di tante persone, ancora non sappiamo quante. Le stiamo provando tutte – aggiunge Strada – per far sì che la politica rinsavisca e torni a basare le proprie scelte sul rispetto della vita umana e la dignità di tutti gli esseri umani non solo quelli che percepiamo vicini a noi». 

De Magistris: «È la risposta alla disumanità del potere»

«Essere qui oggi è dimostrare che c’è una umanità popolare che stride con la disumanità del potere. Abbiamo assistito ad un linguaggio inaccettabile del ministro dell’Interno, il cinismo del governo, un Cdm che non ha prodotto nulla. Qui, che stiamo nella periferia della periferia, in luoghi tra i più difficili del sud d’Italia ho ascoltato solo parole di umanità di verità e di giustizia. Credo sia un bel segnale che un altro mondo è possibile». Ha detto Luigi de Magistris oggi a Steccato di Cutro. Parlando del governo, de Magistris ha detto che «è imbarazzante che una Presidente del consiglio che è andata in Spagna a dire che lei è madre, donna e cristiana, non sia venuta qui il giorno della tragedia, che non abbia fatto un abbraccio ai superstiti, che ha un linguaggio cinico unito alla disumanità delle parole di Piantedosi. È un governo del quale bisogna cominciare a preoccuparsi perché quando si perde l’umanità non è un tema politico è un tema che ci deve interrogare. È una brutta pagina. Il Presidente della Repubblica, da un punto di vista istituzionale ma anche umano, col suo volto, la sua commozione, ha rimesso a posto quella che poteva essere una lacerazione ancora più profonda. Rimane una lacerazione profondissima fra il governo e l’umanità, la tragedia, la Calabria e il sud. Ma se guardiamo i provvedimenti dei tempi recenti ci si rende conto che questo governo non va nella direzione di un altro mondo è possibile».

Falbo, il sindaco della città che salvò i migranti

Sulla spiaggia di Steccato di Cutro, nel corteo “Fermare la strage subito”, c’è anche il sindaco di Melissa Raffaele Falbo i cui concittadini – allora lui non era sindaco – all’alba del 10 gennaio 2019 evitarono la strage di 51 migranti. La barca a vela sulla quale viaggiavano si incagliò a pochi metri dalla spiaggia di località Torre nei pressi di un hotel. Le urla dei migranti svegliarono alcuni residenti che dettero l’allarme.
Il sindaco di allora Gino Murgi e diversi cittadini si gettarono in acqua per salvare le persone utilizzando anche l’imbarcazione di salvataggio dell’hotel per portare a riva le sei donne ed i quattro bambini, tra i quali un neonato, che erano a bordo. «Sono qui – ha detto Falbo – in virtù di quel soccorso, per fare capire che le vite in mare si devono salvare, che non si possono chiudere assolutamente le porte e si devono attuare politiche per creare dei corridoi umanitari per salvare queste persone che scappano dalla guerra e dalla disperazione. Loro non hanno assolutamente alcuna responsabilità ma la necessità di scappare dalla loro terra per poter vivere una vita normale».

Fiorita: «Devolveremo il gettone di presenza ai parenti delle vittime»

«Penso fosse un dovere esserci per rinnovare un impegno. Dire che tragedie come queste non devono accadere mai più non dev’essere solo uno slogan, ma un impegno che tutti assumiamo ciascuno secondo le proprie competenze. È stata una giornata molto triste, ma anche piena di speranza per questa grande partecipazione». Lo ha detto a LaPresse il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, anch’egli presente alla manifestazione.
«Esistono classifiche di tutti i tipi – ha continuato Fiorita – se ci fosse una classifica sulla solidarietà la Calabria sarebbe al primo posto. Abbiamo dimostrato di saperci mobilitare in favore di chi si trova in una condizione di bisogno e di disagio». «Il consiglio comunale di Catanzaro – ha concluso – ha dichiarato di voler devolvere il gettone di presenza in favore dei familiari delle vittime. Faremo tutto quel che è possibile per evitare che queste cose non accadano mai più».

Per i giornalisti un pass dedicato alla collega afghana morta nel naufragio

Nel corteo anche il segretario regionale della Cgil Calabria Angelo Sposato, il sindaco di Melissa Raffaele Falbo e tanti altri cittadini comuni con la fascia bianca al braccio. Il corteo è preceduto dalla croce realizzata con il legno del barcone naufragato. I giornalisti che in queste due settimane hanno seguito gli sviluppi della vicenda, hanno deciso di partecipare alla manifestazione di oggi indossando un pass che riproduce quello della giornalista afghana Amarkhel Torpekai deceduta nel naufragio.

Voce: «Cosa si poteva fare? L’abbiamo visto questa notte»

«Cosa si poteva fare? L’abbiamo visto questa notte. Questa notte sono state portate centinaia di migranti. Sappiamo come fare, l’abbiamo già fatto, dobbiamo continuare a farlo. Questa gente non deve restare a mare nemmeno un minuto di più». Lo dice a LaPresse il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, presente a “Fermiamo la strage subito”, manifestazione organizzata dopo il naufragio avvenuto a Steccato di Cutro. «Siamo qui a Steccato di Cutro – continua Voce – a manifestare la nostra amarezza per quanto successo. La gente umana è qui, sono veramente diverse migliaia di persone».
«L’umanità non ha colorazione politica, non deve averla. Quello che ho visto in questi giorni e ho ascoltato dai familiari delle povere vittime è qualcosa che non pensavo mai di ascoltare. Non ho parole», conclude.

In centinaia dalla Puglia. «Un dovere essere qui a testimoniare»

«Siamo dove era giusto essere oggi, in centinaia dalla Puglia con la Cgil, espressione dell’associazionismo, dell’impegno civico e politico, tanti lavoratori e lavoratrici, giovani, per portare il nostro cordoglio, manifestare vicinanza ai famigliari di chi ha perso la vita, per chiedere basta con queste stragi». Lo sottolinea Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia. «Tanti pugliesi – evidenzia Gesmundo – che in un sabato di marzo hanno deciso che era un dovere essere qui a testimoniare che c’è una larga parte del Paese che reclama una gestione completamente diversa nella gestione dei fenomeni migratori. Qui dove ancora oggi si recuperano corpi di bambini, dove nessun esponente del governo è venuto e che ha provvedimenti che hanno più natura propagandistica. Perseguire gli scafisti? Bene, chiunque specula su questo fenomeno va perseguito. Ma non basta se di contro non si costruiscono percorsi legali di ingresso, corridoi umanitari, da concordare in sede europea e con gli stati di provenienza». Per la Cgil Puglia non basta allargare le maglie dei flussi di ingresso per motivi di lavoro: «Non c’è correlazione – prosegue il sindacalista – con il tema delle migrazioni, di chi fugge da miserie e guerre, non ci può essere paragone nei numeri. Il primo passo sarebbe abolire la legge Bossi-Fini, una norma che condanna all’irregolarità migliaia di persone». «Basta con logiche poliziesche e repressive, basta con le detenzioni legalizzate dei Cpr – conclude – occorre costruire anche una accoglienza degna. Se non si fa tutto questo non fermeremo le stragi e alla prossima inevitabile tragedia trionferà l’ipocrisia istituzionale».

Il delegato del sindaco di Bologna: «Non potevamo essere altrove»

«Siamo qui perché non si può essere altrove. Oggi chi rappresenta le istituzioni degnamente deve essere qui. Altri hanno fatto altre scelte. L’abbiamo visto in queste ore. Però come comune di Bologna, che proprio ieri, insieme ai familiari, ha sepolto sette delle salme delle vittime, era giusto essere qui, per ricordare le vittime ma anche per prendere posizione netta contro questa strage e tutte le stragi che ci sono state nel Mediterraneo». A dirlo, Detjon Begaj, consigliere comunale di Bologna delegato da sindaco Matteo Lepore a partecipare alla manifestazione a Steccato di Cutro. «Mi sono molto emozionato vedendo questa spiaggia costellata di fiori – ha aggiunto – perché essendo nato in Albania, anche se ero piccolo, le storie dell’emigrazione le conosco e so cosa significa tentare la fortuna. Per me è stata una doppia emozione. Ho provato un senso di ingiustizia e, purtroppo, anche di impotenza che però dobbiamo vincere tutti assieme, perché è necessario che facciamo uno sforzo per cambiare la realtà a livello nazionale ed europeo. Non possiamo più piangere lacrime coccodrillo e ritrovarci ciclicamente a dire che è l’ultima volta».

Una trentina di autobus arrivati dal Sud e dal Centro Italia

Sono all’incirca una trentina gli autobus che hanno raggiunto Steccato di Cutro per partecipare alla manifestazione “Fermare la strage subito”, organizzata dalla Rete 26 febbraio dopo il naufragio del barcone di migranti che ha causato fino ad oggi 74 vittime accertate. I mezzi provengono da varie regioni del sud e del centro Italia. Alla manifestazione si prevede l’afflusso di migliaia di persone. Tra i dimostranti molte bandiere della Cgil e striscioni arcobaleno, oltre ad uno con la scritta “Fermare la strage subito”, tema dell’iniziativa, e qualche bandiera della Palestina. Il corteo si sta svolgendo nel massimo ordine.

«Colpa degli scafisti». E il corteo risponde con “Bella Ciao”

«Vergognatevi, la colpa è degli scafisti e voi state strumentalizzando questa tragedia”. A gridarlo dal balcone è un’abitante di Steccato di Cutro durante il corteo per le vittime del naufragio. I manifestanti hanno risposto cantando “Bella Ciao” e la signora ha chiuso le imposte.

I sindaci depongono i fiori sulla spiaggia

I sindaci di numerosi comuni, non solo del Crotonese – c’è anche quello di Catanzaro Nicola Fiorita – hanno deposto una corona e fiori lungo il tratto di arenile. Indossano una fascia bianca al braccio in segno di lutto per i bambini morti nel naufragio, 30 con la bambina di 5-6 anni recuperata stamani e 21 nella fascia d’età tra 0 e 12 anni.

Il minuto di silenzio sulla spiaggia del dolore

Un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime ha concluso la manifestazione “Fermare le stragi in mare subito” promossa dalla rete Asilo a Steccato di Cutro. Il lunghissimo corteo con oltre 5000 persone provenienti da varie regioni, si è fermato sulla spiaggia di Steccato dove è stata lasciata una corona di fiori alla presenza di numerosi sindaci ed amministratori della Calabria e di altri comuni italiani. Dopo il minuto di silenzio la corona è stata poggiata sulla spiaggia. Poco distante, un altro gruppo ha iniziato un momento di preghiera in arabo. Molte persone, soprattutto ragazzi, si sono fermati sulla spiaggia dopo aver lasciato fiori sulla riva.

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