BOVALINO Sarà riqualificato e messo a disposizione della comunità e in particolare dei giovani che escono dai circuiti penali. Con questo scopo un immobile confiscato alla ‘ndrangheta a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria, si trasformerà nella “Casa della legalità”. Un messaggio di “riscatto” che parte dal cuore della Locride e che si rivolge ai più giovani. «Il messaggio che vogliamo dare è che non ci non ci fermiamo di fronte a niente a nessuno», afferma ai nostri microfoni Maddalena Dattilo, assessore al Bilancio, con delega alla Cultura della Legalità, del Comune di Bovalino.
Intere pareti annerite e calcinacci ovunque. Sarà una ristrutturazione non facile viste le condizioni del palazzo, negli scorsi anni oggetto di atti vandalici. Il sito, composto da un ampio giardino e tre piani, porta ancora i segni di un rogo appiccato dopo il sequestro, avvenuto oltre dieci anni fa. Adesso l’obiettivo di rilancio grazie a un finanziamento ottenuto di circa 985mila euro attraverso un progetto nell’ambito del Pon legalità 2014-2020.
Il progetto prevede che il piano terra, un tempo utilizzato come deposito di pneumatici, ospiti dei laboratori, mentre in quello superiore verrà realizzata una grande sala conferenze. Gran parte dell’area è stata oggetto di pulizia, ma il lavoro da fare è ancora tanto.
«Ci troviamo all’entrata del nostro paese. Era logorante per tutti noi passare da qui e vedere questo immobile così deturpato», spiega l’assessore Maddalena Dattilo. Nasce così l’idea di utilizzare il bene confiscato per un progetto che Dattilo definisce «dalla doppia valenza sociale»: «Da una parte il recupero di un immobile anche vandalizzato e dall’altra quello di giovani che purtroppo hanno avuto problemi legali e, quindi, che escono da circuiti penali». «Il nostro scopo principale – aggiunge l’assessore con delega alla Cultura della Legalità – non è quello di andare ad acquisire questi beni, ma di renderli funzionali e restituirli alla collettività e utilizzarli per scopi sociali come in questo caso». Importante, quindi, il messaggio che parte da un territorio, la Locride, dove la criminalità organizzata ha messo radici profonde e dove il riscatto sociale può partire attraverso il recupero dei giovani. «Il messaggio che vogliamo dare è che non ci non ci fermiamo, – afferma ancora Dattilo – e progetti di questo genere danno un segnale molto importante a tutta la comunità». (redazione@corrierecal.it)
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