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Naufragio a Cutro, il “mayday” lanciato prima della strage entra nell’inchiesta (e diventa un giallo)

Nessuno “abbinò” quell’allarme al caso del caicco. E gli orari non tornano. «Comunicazione non riconducibile al fenomeno migratorio»

Pubblicato il: 11/03/2023 – 7:38
Naufragio a Cutro, il “mayday” lanciato prima della strage entra nell’inchiesta (e diventa un giallo)

CROTONE Emerge un nuovo giallo nell’inchiesta sulla strage di migranti al largo di Cutro. Il caso, già emerso pochi giorni dopo il naufragio, è quello di un “mayday” lanciato via radio nel mar Jonio. Allarme arrivato da una posizione sconosciuta circa 24 ore che il “Summer Love” si schiantasse contro la secca. Il Corriere della Sera racconta questa mattina che uno degli approfondimenti dell’inchiesta sarà dedicato a quella segnalazione, classificata come “Sar case 384” e al perché non sia stata “abbinata” alla segnalazione di Frontex che avvistò poi il barcone 40 miglia al largo delle coste calabresi.
Quel “mayday” rappresenta una richiesta di soccorso per la quale il coordinamento Sar esorta «tutte le unità navali dello Jonio» a «prestare attenzione». Nessuno, però, avvista barche in difficoltà. La domanda a cui l’inchiesta è chiamata a rispondere è come sia stato possibile che 23 ore dopo non sia scattato alcun collegamento fra il “mayday” e la segnalazione del caicco, per il quale non erano stati segnalati pericoli imminenti da Frontex ma «possibili persone sotto coperta».
Secondo una prima ricostruzione quel “Sar case” sarebbe arrivato alle capitanerie di porto. La relazione di servizio della Guardia costiera – riporta ancora il Corriere della Sera –evidenzia che alla «presente ricostruzione si allega a segnalazione di mayday (evento 384) ricevuto dalla capitaneria di porto di Roccella Ionica». Quello che non torna sono giorno e gli orari del «Sar case 384» già noto. Finora si era parlato di una richiesta di soccorso datato 25 febbraio, ore 4.57. L’allegato della Guardia costiera riferisce invece dell’evento 384 datato 24 febbraio e allarme partito alle ore 20.51. Due momenti diversi per lo stesso eventi o si fa riferimento a due segnalazioni diverse? La Guardia costiera descrive una serie di attività per rintracciare (inutilmente) «il chiamante» del mayday. «Alle 21.01 la Centrale operativa di Roma contatta Roccella e annotando la conversazione scrive: il chiamante parlava in inglese, la comunicazione non sembrava riconducibile al fenomeno migratorio, anche tenuto conto del tono della voce e che non sembrava concitata». Insomma, quella richiesta di aiuto non pare credibile. Frontex esce comunque per un sorvolo di controllo ma non rileva situazioni di pericolo. Finisce qui. Ma i dubbi sui tempi restano.

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