Un nuovo filone d’inchiesta sul fronte dei tamponi utilizzati nella prima fase della pandemia emerge dalle carte delle indagini della Procura di Bergamo. «Dall’analisi delle copie forensi sono emersi elementi che, se confermati da successive indagini, evidenziano la commissione di una truffa ai danni dello Stato». In un documento allegato agli atti dell’inchiesta della Procura di Bergamo si attesta che per i «primi 200 test da parte dell’Istituto superiore di sanità emerge che gli oneri per il predetto numero di test (200) è pari a 150.000 euro», così come «si chiedono risorse utili per l’effettuazione di almeno 800 test, pari a 600.000 euro lordi». Ciò significa «che il costo sostenuto e da sostenere per ogni test effettuato presso il laboratorio dell’Iss è pari a 750 euro».
Sul punto sono state richieste informazioni all’azienda Ospedale-Università di Padova, la quale ha comunicato che nel febbraio-marzo 2020 veniva prevalentemente usato un tipo di test, con un «costo industriale unitario pari, allora, a 2,82 euro». La vicenda, di competenza della procura di Roma, «necessita ovviamente di ulteriori indagini».
Tra le posizioni stralciate da Bergamo e inviate alla Procura di Roma, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, c’è anche quella di Silvio Brusaferro, in qualità di presidente (e quindi di rappresentante legale) dell’Iss, per truffa aggravata ai danni dello Stato, proprio su questo caso.
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