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L’intervista

Bonifica ex Pertusola, Voce: «Occorre dialogare con il territorio»

Il sindaco dopo la “bocciatura” del progetto Eni Rewind di realizzare una discarica nel sito: «Quando siamo compatti non ci ferma nessuno»

Pubblicato il: 13/03/2023 – 18:10
di Gaetano Megna
Bonifica ex Pertusola, Voce: «Occorre dialogare con il territorio»

CROTONE La bocciatura del progetto di Eni Rewind di costruire all’interno del sito industriale dell’ex Pertusola sud una discarica «fa ritornare al punto di partenza il dibattito sulla bonifica dell’area industriale di Crotone». Di questo si dice convinto il sindaco della città pitagorica, Vincenzo Voce, che argomenta, così: «Bisogna ripartire avendo ben presente che è troppo facile dire che i rifiuti devono essere eliminati tutti, punto e basta». Da anni si discute di bonificare l’area industriale di Crotone e magari restituire alla città i terreni da reimpiegare in altre attività.
A conclusione della conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre 2019, la convinzione che era stata trovata la soluzione era molto diffusa. La “soluzione” prevedeva di trasportare fuori dal territorio della regione Calabria tutti i rifiuti provenienti dall’intervento di bonifica. Quella convinzione derivava dal fatto che la Conferenza dei servizi decisoria si era conclusa con un voto unanime. Il pensiero dell’Eni, però, era del tutto diverso considerato che, due anni dopo, l’11 ottobre del 2021, chiedeva una rivisitazione della decisione di trasportare fuori dalla Calabria i veleni di Crotone. A distanza di un anno l’Eni, infatti, procedeva con la richiesta di costruire all’interno del sito ex Pertusola una discarica di scopo, dove conferire i rifiuti più pericolosi, Tenorm con matrice di amianto, presenti nella discarica fronte mare di Farina-Trappeto nota con il nome della “Passeggiata degli innamorati”.
Obiettivo che poteva essere conseguito attraverso la convocazione di una nuova conferenza dei servizi, che si è tenuta lo scorso 9 febbraio. A questa conferenza le istituzioni locali (Regione, Comune e Provincia di Crotone) e gli enti tecnici hanno confermato la decisione presa con la conferenza dei servizi decisoria e cioè che i rifiuti debbano essere trasportati fuori dal territorio regionale. Voce non è del tutto convinto che questa decisione possa essere mantenuta. Lo si capisce dal ragionamento che fa, quando dice: «Ora bisogna capire in che direzione andare e come procedere, dal canto mio non farò nulla senza il coinvolgimento del consiglio comunale. Eni Rewind sino ad oggi ha cercato di dire che i rifiuti li avrebbe messi all’interno di Pertusola nelle immediate vicinanza del mare, confinante con la 106, a ridosso di un’area archeologica e a 500 metri da piazza Pitagora. Si è ostinata a perseguire il progetto nonostante vi fossero già i pareri sfavorevoli di Comune, Provincia e Regione».
«Perché ostinarsi ad andare avanti con la proposta senza ragionale con il territorio?», si chiede Voce, che aggiunge: «Detto ciò adesso bisogna ragionare su cosa fare. Pensiamo forse che un milione di tonnellate di rifiuti se li possa prendere un’altra regione?». Alla domanda del giornalista, «in cambio di cosa Crotone e la Calabria possono valutare di trovare una soluzione locale per smaltire un milione di tonnellate di rifiuti?», Voce ha risposto: «È questo il ragionamento che bisogna iniziare a fare, bisogna capire di quanti rifiuti si parla, questo non lo sa nemmeno Eni e, poi, bisogna fare una distinzione tra rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Quelli pericolosi è indiscutibile che debbano essere rimossi dalla discarica fronte mare, sui secondi bisogna aprire il ragionamento coinvolgendo la comunità, il consiglio comunale la Provincia e la Regione».
I rifiuti pericoli, secondo Voce, sono il Tenorm con presenza di amianto e ancora più pericolosi sono le ferriti di zinco, che sono stipati nella discarica fronte mare (discarica Armeria, un prolungamento di Fraina-Trappeto). «Le ferriti di zinco devono essere portati in discarica». In quale discarica? «È emerso – ha detto Voce – che a Crotone arrivano rifiuti pericolosi da altri territori, mentre i tuoi te li tieni nel brodetto della discarica fronte mare».
I rifiuti che arrivano da altri territori sono smaltiti nella discarica privata di Columbra, che ha due linee di produzione : Rsu e rifiuti tossici e pericolosi. Voce conferma di fare riferimento a Columbra dove nel settore dei tossici e pericolosi, a suo dire, sarebbe rimasta una capienza di 250.000 metri cubi «pari a 400.000 tonnellate, perché una prima vasca di un milione di tonnellate è stata riempita». «Bisogna ragionare e trovare una soluzione, perché una discarica per un milione di tonnellate di rifiuti non c’è», ha aggiunto Voce. «In tutto i rifiuti pericolosi – ha specificato il sindaco – dovrebbero essere 500.000 tonnellate (Tenorm con amianto e ferriti di zinco)».
Sempre secondo il calcolo fatto da Voce «il 75% dei rifiuti di Farina-Trappeto non sono assimilabili a rifiuti radioattivi e privi di amianto. Oggi puoi portare a Columbra tonnellate di rifiuti di ferriti di zinco, ma nemmeno un grammo di rifiuti con una minima quantità di amianto per i quali occorre cambiare il codice Cer».
In buona sostanza, stante questa situazione, i rifiuti di Farina-Trappeto non possono trovare accoglienza nella discarica di Columbra. Se si dovesse andare in questa direzione c’è da fare alcune modifiche. La città che chiede per un eventuale sacrificio?. A questa domanda, Voce ha risposto: «L’Eni deve capire che il territorio, quando è compatto, non si piega a nulla, lo abbiamo dimostrato nella conferenza dei servizi. Questo segnale è forte e lo abbiamo dimostrato nella tragedia dei morti a mare». «Quando siamo compatti – ha concluso Voce – non ci batte nessuno, nemmeno l’Eni che ha sempre pensato di costruire una discarica di un milione di tonnellate e ora progettava di costruirne una di 350.000 metri cubi nel sito ex Pertusola e il resto li avrebbe voluti portare a Columbra». (redazione@corrierecal.it)

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