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Le maschere e la ricerca della libertà. Benito Apollo nel labirinto di Zacharie

“Apertura alla francese” è il secondo romando dell’autore ospite di “Un libro tira l’altro”. E racconta le scelte che rendono la vita straordinaria

Pubblicato il: 13/03/2023 – 11:01
Le maschere e la ricerca della libertà. Benito Apollo nel labirinto di Zacharie

LAMEZIA TERME Apertura alla francese, edito da Pellegrini, è il secondo romanzo di Benito Apollo, avvocato, scrittore e cultore di mistica ebraica, ospite di “Un libro tira l’altro”, approfondimento andato in onda su “L’altro Corriere Tv”. Il racconto, originale per la struttura stilistica e la trama, inizia con un’immagine suggestiva che cattura l’attenzione del lettore fin da subito: Zacharie Levy è seduto davanti allo specchio di un camerino nel teatro dove entrerà in scena per il suo ultimo spettacolo. Si ferma a tracciare il bilancio della sua vita parlando ad un pubblico immaginario e, soprattutto, a se stesso.
Il protagonista parte dall’adolescenza, in cui domina il senso di ribellione con i genitori, attraversa la fase in cui prevale l’adeguamento al comune sentire della società e della famiglia, fino ad arrivare ad una svolta radicale che lo porta negli Stati Uniti prima, poi in Spagna dove approda ad una condizione di equilibrio interiore che si avvicina alla felicità: «Ho indossato tante maschere nella mia vita, senza mai metter un filo di trucco e sono riuscito a gettarle via solo quando, infine, quel trucco in faccia l’ho messo davvero».  Diversità e felicità sono i temi centrali del romanzo, interconnessi e indissolubilmente legati tra loro: «Temo che la felicità di tanti sia un fatto apparente. Le persone hanno bisogno di far credere di stare bene anche se non è così. Vendiamo un’immagine di successo che, spesso, non esiste. Mentire diventa fonte frequente di depressione. Bisognerebbe smettere di guardare agli altri ed avere la forza ed il coraggio di essere se stessi».
Un’impostazione di vita e di pensiero «che non è facile da assumere quando bisogna confrontarsi con la propria diversità rispetto al mondo che si muove intorno»: «la società moderna offre molto e toglie tanto perché impone regole che, nel momento in cui confliggono con la propria personalità, diventano mortificazione». La vera libertà il protagonista la trova nella sua nuova dimensione, acquisita nel quartiere spagnolo della Chueca: «Qui non esiste il diverso o lo straniero: non esistono gli opposti, non esiste l’apparenza, ma tutto è colorato; non esiste il giudizio perché non regna il pregiudizio; Esiste un’anarchia disciplinata. E sapete perché non esistono conflitti? Perché la gente è felice. E chi è felice non fa male a nessuno»
Zacharie non è certo la figura dell’eroe, anzi. Sono le decisioni assunte a rendere straordinaria la sua vita. Una vita che conosce il mondo dell’esoterismo, della mistica ebraica, che si inerpica nei sentieri della guerra arabo-israeliana, che attraversa ed abbandona esperienze familiari e sentimentali. 
Un peregrinare geografico ed interiore che presenta numerosi aspetti autobiografici per l’autore: «Sono molte le cose che mi appartengono. Certamente la conoscenza dei posti descritti nel libro, la necessità di fare un bilancio della mia vita, le esperienze vissute. Una trama di fantasia che, però, mi riguarda in molti spetti».
Apertura alla francese è un bel romanzo, cucito su misura per quanti abbiamo il desiderio di misurarsi, a fondo, con i labirinti del proprio sentire.

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