CUTRO «Come ha detto il presidente della Repubblica Mattarella, il cordoglio per le vittime ed i feriti di Cutro deve tradursi in scelte concrete, operative, da parte di tutti, dell’Italia e dell’Unione Europea perché è questa la vera risposta, l’unico modo perché non si ripetano altre tragedie». Lo ha detto oggi a Cutro il segretario generale della Cisl Calabria Tonino Russo all’iniziativa sui migranti della Cisl e dell’Anolf (Associazione Nazionale Oltre le Frontiere) “Mai più vittime del mare. Accoglienza, integrazione, cooperazione”. «Cutro, come prima Crotone e Roccella, – hanno detto i rappresentanti Anolf – hanno dimostrato di fronte alle centinaia di sbarchi di immigrati sulle nostre coste che il verbo accogliere in Calabria è un verbo che si fa carne, si fa braccia che aiutano, coperte che scaldano, loculi offerti per dare riposo eterno alle vittime: il premio Nobel per la pace a Cutro proposto in questi giorni da più parti sarebbe un riconoscimento ai cittadini, perché qui stiamo vivendo la tragedia come un lutto di famiglia. Sui temi dell’accoglienza, dell’integrazione, dei diritti, dell’assistenza, siamo impegnati sui territori quotidianamente, con la nostra associazione, l’Anolf Cisl per andare oltre le frontiere. Il problema delle migrazioni e della sicurezza dei migranti durante il loro viaggio è molto complesso e non esiste una soluzione univoca che possa alleviare le sofferenze che il fenomeno genera. Per la Cisl bisognerebbe innanzitutto favorire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone che sono già in Italia. Sono necessari programmi adeguati per chi è già sul territorio nazionale, migranti e rifugiati. La strada è quella della buona politica: bisogna potenziare le misure di integrazione e formazione professionale: per esempio il programma pre-partenza per la preparazione dei migranti che possono candidarsi a venire a lavorare in Italia, sui quali anche la nostra Anolf è impegnata, destinati a cittadini stranieri che hanno i requisiti per fare ingresso in Italia per motivi di ricongiungimento familiare, lavoro e tirocinio. E poi c’è un tema centrale, di come l’Europa aiuta i Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo. Un’Europa che di fronte ad un’emergenza umanitaria continua a non mostrare la sua faccia migliore. Se l’Europa continua a respingere e a non accogliere, sarà veramente difficile attuare i richiami alla solidarietà tra stati membri sui quali si poggia l’architettura delle istituzioni europee, ma soprattutto rispettare gli impegni che si sono dati i Paesi europei a svolgere il loro ruolo e la loro responsabilità di fronte a tale emergenza umanitaria. È in questo contesto che il nostro Paese deve fare la sua parte. Noi Cisl, come sempre, lavoriamo per unire, non dividere. Amiamo costruire ponti, non muri».
«La terribile tragedia di Cutro sollecita risposte urgenti dall’Europa e dalla comunità internazionale in modo da evitare il ripetersi di episodi simili. Ma bisogna riflettere su quanto il nostro Paese possa e debba mettere in campo in Europa per l’affermazione di politiche responsabili e solidaristiche per l’accoglienza e la gestione dei fenomeni migratori nel rispetto della vita e della dignità dei profughi e delle persone migranti in cerca di un futuro migliore». Lo ha detto il segretario confederale della Cisl nazionale Andrea Cuccello, concludendo l’iniziativa. «Siamo vicini al dolore di chi piange la morte dei propri cari e riponiamo piena fiducia negli organi giudiziari deputati che dovranno accertare eventuali responsabilità. Questa nuova tragedia di immigrazione, ci interroga sul delicato tema dei salvataggi in mare che non devono mai prescindere dalla sacralità della vita umana. Ognuno dei migranti che ha perso la vita, ha un volto, un vissuto, una storia e un carico di speranze per un futuro migliore. Come milioni di italiani migranti che hanno lasciato il nostro paese negli ultimi cento anni. Quante analogie tra i trafficanti di esseri umani, i cosiddetti scafisti ed i cosiddetti “agenti”. Per la Cisl è fondamentale il rafforzamento dei corridoi umanitari per chi scappa dalle guerre e per chi è detenuto nei lager libici, l’implementazione dei canali di ingresso legale per motivi di lavoro attraverso la riforma del Trattato di Dublino, l’avvio di politiche di medio-lungo termine per una corretta gestione dei flussi e la costruzione di percorsi di reale integrazione. Bisogna combattere in maniera più decisa l’economia sommersa ed il lavoro nero, prevedere percorsi di emersione e regolarizzazione per poter rispondere pienamente al sistema di diritti e doveri costituzionali. A fronte di una forte pressione migratoria, davanti ad una crisi demografica ed una aumentata richiesta di manodopera da parte del mondo produttivo, non corrisponde oggi una politica europea e nazionale organica per la gestione dei migranti economici. Ecco perché siamo convinti che un tema complesso come quello delle migrazioni debba essere gestito in modo ‘bipartisan’ con grande unità tra tutte le forze politiche, le istituzioni locali e le parti sociali, condividendo scelte ed obiettivi che innestino il cammino dell’Italia sul lungo periodo».
Nel corso dell’incontro, svoltosi nella Sala Polivalente Falcone Borsellino, si sono succeduti diversi interventi. Per la vice presidente della Regione Calabria, Giusy Princi, «è il momento di superare le polemiche. È tempo di un’Europa che faccia la sua parte di fronte al fenomeno migratorio, per accogliere, salvare e costruire corridoi umanitari». Luca Di Sciullo, presidenza Centro studi e ricerche Idos: «la migrazione è un fenomeno strutturale, che sarà sempre più alimentato dai cambiamenti climatici e come tale servono risposte organizzate e non scelte estemporanee. Abbiamo politiche immobili senza essere riformate da 25 anni. Possiamo pare tante cose: allargare le quote annuali dei flussi in base ai fabbisogni occupazionali, fino ad almeno 200.000 lavoratori. Attuare un modello di regolarizzazione che superi il modello sanatorie. Oggi un immigrato ogni 10 è irregolare perché le leggi determinano la caduta nella irregolarità. Bisogna introdurre i permessi per ricerca lavoro tramite sponsor, riformare le norme sulla cittadinanza. Appello alla corresponsabilità di tutta l’Europa di fronte ad un fenomeno globale e inarrestabile». Marilena Rocha, Presidente nazionale dell’Anolf: «Si parte, si il mare, si rischia la vita perché si cerca un futuro migliore per sé e per i propri figli, perché è meglio morire una sola volta che tutti i giorni. L’Anolf è impegnata con i suoi sportelli, con le sue sedi estere tutti i giorni per dare aiuto e costruire integrazione e inclusione. È necessario riorganizzare il sistema dell’accoglienza caratterizzato da sovraffollamento e condizioni disumane». C’è stata anche la toccante testimonianza di un cittadino iraniano di 46 anni, Mustafa, superstite della tragedia di Cutro, che ha descritto la repressione della dittatura in Iran, la fuga su un barcone, il viaggio dai costi elevatissimi, la tragedia alla quale è scampato e nella quale hanno perso la vita tanti amici. Una testimonianza è venuta inoltre da una giovane studentessa di Cutro, Enza Gualtieri, che ha partecipato ai soccorsi. Apprezzamenti e ringraziamenti per l’iniziativa sono venuti da parte di tutti e in particolare nel saluto del sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, e del Direttore della Pastorale sociale e del lavoro dell’Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina, Don Pasquale Aceto. Dopo l’incontro, i partecipanti si sono recati sulla spiaggia di Steccato di Cutro a deporre dei fiori in ricordo delle vittime del naufragio.
x
x