CORIGLIANO ROSSANO «I numeri parlano chiaro e quanto sta accadendo nella Sibaritide, come pure nell’alto tirreno cosentino, ci dicono che di parole e di passerelle i territori non hanno bisogno: 67 è il numero che rappresenta la pianta organica del commissariato di Stato di Corigliano Rossano, e mentre è certo che in 10 andranno in pensione entro il 2024, incerto è quanto lo stesso commissariato potrà almeno beneficiare delle 71 unità attese da tempo». È quanto denunciano, in una nota congiunta, i portavoce calabresi del Movimento 5 Stelle Davide Tavernise, Francesco Afflitto, Vittoria Baldino, Laura Ferrara, Anna Laura Orrico, Elisa Scutellà e Riccardo Tucci.
«Chi come Gratteri persegue la criminalità organizzata – sottolineano – lo denuncia in tutti i consessi: la polizia giudiziaria nella Sibartide ha bisogno di rinforzi e presto. Sul perché è sufficiente leggere la cronaca: solo negli ultimi giorni, senza andare troppo indietro nel tempo, su un cantiere Anas è andato a fuoco un container lungo la statale 106, e sono state ritrovate bottiglie incendiarie in un cantiere edile in località Donnanna e davanti l’ingresso di un negozio di cinesi in località Frasso».
«Tutto questo – ricordano i 5 Stelle – mentre i cronisti aggiornano la lista infinita delle auto incendiate o delle azioni sanguinarie compiute verso criminali incalliti. E non va certo meglio all’Alto Tirreno cosentino che vede allo stesso modo imprenditori coraggiosi vittime di minacce incendiarie, come dimostra nei mesi scorsi l’incendio a Diamante di 3 autobus dell’Azienda Preite».
«Da Wanda Ferro però rappresentante calabrese del governo ad oggi – attaccano – sono arrivate solo rassicurazioni in bianco che di concreto hanno la passerella sui territori. Il nulla assoluto se non note stampa votate a prendersi i meriti di chi nella passata legislatura si è impegnato con decisione perché il commissariato di polizia a Corigliano Rossano venisse elevato a Primo Dirigente».
«È un’inconsistenza gravissima – concludono i pentastellati – perché mentre i cittadini rivestono la propria fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura pezzi decisionali dello Stato manifestano la loro vicinanza ai territori senza i consequenziali e necessari provvedimenti legislativi. Cittadini e imprenditori denunciano e diffondono la cultura della legalità e della sicurezza, ma si aspettano interventi concreti da parte dello Stato per non mettere a dura prova il loro senso di fiducia verso le istituzioni».
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