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Terremoto ad Amatrice, in appello condanne confermate

Si conclude in secondo grado il processo contro i presunti responsabili del crollo di due palazzine popolari

Pubblicato il: 15/03/2023 – 7:11
Terremoto ad Amatrice, in appello condanne confermate

Confermate in appello le condanne per il crollo di due palazzine di edilizia popolare ad Amatrice, che causò 19 vittime, a seguito del terremoto del 24 agosto del 2016.La Corte d’Assise di Appello di Roma ha condannato a 9 anni Ottaviano Boni, all’epoca direttore tecnico dell’impresa costruttrice Sogeap e a 5 anni Maurizio Scacchi, geometra della Regione Lazio – Genio Civile.  Dichiarato, inoltre, il non luogo a procedere per la posizione di Luigi Serafini per motivi di salute. Nel processo erano imputate anche altre due persone nel frattempo decedute: l’ex assessore Corrado Tilesi e l’ex presidente dell’Iacp Franco Aleandri. I due condannati sono accusati, a seconda delle posizioni, di crollo colposo, disastro, lesioni ed omicidio colposo plurimo. In aula presenti i parenti delle vittime. E’ stata scritta una pagina di giustizia e di verità da parte della Corte di Appello di Roma per tutti i familiari delle vittime che hanno compreso che la morte dei loro cari non deriva da un terremoto eccezionale, il terremoto non è stata espressione di una natura matrigna ma ci sono precise concause umane”. Così l’avvocato Wania della Vigna, difensore di una quarantina di parti civili, commenta la sentenza di appello che ha ribadito le condanne per due imputati nel processo per il crollo di due palazzine ad Amatrice in seguito al terremoto del 24 agosto del 2016. “Le palazzine ex Ater, popolari, erano connotate da attività illecita fin dal momento della loro costruzione, quando non fu rispettata la normativa antisismica dell’epoca, nel momento in cui mancarono le verifiche, i controlli. Hanno cercato di mettere a posto le carte, senza preoccuparsi della salvaguardia di chi ci viveva. Sono morte tante persone, famiglie completamente sterminate, però oggi sanno che cosa è accaduto”, conclude la legale.

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