LAMEZIA TERME Ospite della seconda parte del talk “L’altra Politica”, in onda ieri sera su L’altro Corriere Tv (Canale 75 dtt), l’ex presidente della Camera dei deputati Roberto Fico. Temi di discussione, con i conduttori Danilo Monteleone e Ugo Floro, il fenomeno dell’immigrazione con le critiche alle risposte del Governo Meloni sulla tragedia di Steccato di Cutro, l’impegno e il lavoro del Movimento 5 Stelle su tutto il territorio nazionale e in particolare in Calabria per lanciare segnali nuovi in vista di sfide politiche importanti, la posizione sul fronte della lotta all’autonomia differenziata. «La sfida politica delle europee sarà una sfida importante che noi raccogliamo già da adesso e stiamo già da facendo un ottimo lavoro partendo proprio da regioni come la Calabria, che per noi è assolutamente una regione fondamentale. È una regione che ha tanti problemi perché ha dei gap strutturali rispetto ad altre regioni, dai trasporti alla sanità. E quindi per noi deve avere una centralità importante perché tutte queste differenze, anche di strutture, devono essere definitivamente colmate. Ed è questo che ho voluto anche dire nel mio primo tour in Calabria. Il 14 e 15 aprile farò il secondo tour a Catanzaro, Crotone e Corigliano Rossano con al centro l’autonomia differenziata».
«Il reddito di cittadinanza non è mai stato concepito come una misura per la ricerca di consenso», ha affermato Fico che, rispetto alla decisione del governo su una misura cardine dell’azione politica del Movimento 5 Stelle, ha aggiunto: «C’è solo il grande dispiacere che le persone che più sono in difficoltà oggi vanno a perdere una gran parte di reddito. Trovo che sia ingiusto, perché uno dei primi provvedimenti del Governo Meloni è quello di attaccare le persone più povere, deboli, che sono la ricerca di un lavoro e che non riescono a trovarlo, a cui si tagliano risorse». «Una politica assente, assurda, incoerente», ha detto ancora l’ex presidente della Camera riferendosi alle decisioni assunte dal governo Meloni.
La tragedia di Cutro «rimarrà una grande ferita nel nostro Paese. Meloni doveva andare subito a Cutro per capire cosa fosse successo e stare sul posto e il luogo della tragedia». Netta la posizione dell’ex presidente della Camera dei deputati nei confronti del presidente del Consiglio, ma secondo l’esponente del movimento Cinque Stelle ancora più grave è stato il comportamento del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «Le sue parole nel giudicare le scelte di chi sceglie di fuggire da contesti difficili sono state agghiaccianti». Per l’esponente pentastellato «ancora nessuno ha chiarito la catena di comando. E come è potuto accadere che un barcone segnalato alle 23 da Frontex, alle 4 di notte con il mare alto non avesse nessuna barca vicino che potesse aiutarli? Nonostante Frontex avesse anche segnalato che la risposta termica era persone a bordo, sia sottocoperta che sopracoperta e che era stato identificato un cellulare turco, quindi probabilmente erano scafisti con migranti. Perché non è partita nessuna nave? Visto che questo governo non ci dà nessuna chiarezza e ci sono molti vuoti, spero che la magistratura possa fare luce su tutto».
Sul tema dell’immigrazione e i provvedimenti adottati nell’ultimo decreto presentato proprio a Cutro, Fico ha detto: «E’ un decreto che non risolve assolutamente niente, prima di tutto perché viene inserito il Decreto Flussi, che è un decreto vecchio, con poche persone che possono entrare nel nostro Paese e soprattutto da Paesi che non sono su quelle barche che noi vediamo nel Mediterraneo. Noi dobbiamo fare accordi bilaterali nuovi con i Paesi da cui parte l’immigrazione, che in percentuale maggiore arrivano al nostro territorio». La soluzione sarebbe dunque quello di «imparare a gestire i fenomeni migratori, non con il respingimento, ma con un’accoglienza responsabile». Fondamentale in questo il ruolo dell’Europa, che insieme all’Italia, «deve farsi carico di una serie di questioni che riguardano il Mediterraneo. L’Italia deve essere capofila con l’Europa».
Fico, che ha annunciato un nuovo tour proprio in Calabria a metà aprile, sull’autonomia differenziata ha detto: «Sarò presto da voi e terrò delle iniziative politiche sull’autonomia differenziata, una misura che bisogna contrastare con forza perché danneggia il Mezzogiorno». Alla domanda se il nuovo corso dem a guida Schlein potrà sancire una saldatura tra M5s e Pd sul fronte della lotta all’autonomia differenziata, Fico è netto: «L’autonomia differenziata noi dobbiamo contrastarla non è in fase troppo avanzata e ora noi dobbiamo mobilitare l’opinione pubblica da nord a sud per sconfiggere quest’idea di autonomia differenziata così come nel disegno di legge Calderoli. Se Elly Schlein e il Pd vogliono davvero fino in fondo portare questa battaglia noi siamo contenti di poterlo fare anche insieme perché è una battaglia che va vinta». «Sicuramente l’autonomia differenziata sfavorisce il Sud di molto, ma – ha aggiunto Fico – sfavorisce anche il nord perché crea caos amministrativo e istituzionale, e chi ci rimette sono i cittadini più in difficolta. Tutto questo è inaccettabile». L’autonomia differenziata, ha spiegato ancora l’ex presidente della Camera, «va esattamente nel senso opposto di quello che l’Europa ci ha detto di fare e per cui ci ha dato 109miliardi di euro. L’obiettivo è ridurre le differenze territoriali facendo investimenti sui territori. Siamo contro l’autonomia differenziata, perché il nostro paese non è Nord contro Sud, Sud contro Nord. È un paese che fa sistema, perché se facciamo sistema, siamo un grande Paese, e una grande Repubblica». Infine sul punto l’esponente del Movimento 5 Stelle ha detto: «Mi aspettavo un po’ più di struttura da parte dei governatori. Quando diventi presidente di una regione, io sono convinto che poi si deve non fare gli interessi di una parte politica, ma fuori da ogni retorica, gli interessi di tutti i cittadini e le cittadine». (redazione@corrierecal.it)
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